Non so, addio.

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    MESTOLO DI LEGNO

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    Non so, addio

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    Tutti gli studenti erano impegnati in un compito in classe.

    Ognuno stava riempendo il foglio con pensieri e idee.

    Una studentessa di dieci anni riempiva la pagina di «non so»:

    non so giocare a pallone;
    non so fare le divisioni con numeri di più di tre cifre;
    non so come piacere a Elisa...

    La pagina era mezza piena di «non so» e la ragazzina non dava segni di smettere. Proseguì con determinazione e costanza.

    Tutti scrivevano frasi che indicavano cose che non sapevano fare:

    non so fare le flessioni;
    non so calciare di sinistro;
    non so mangiare meno di cinque biscotti alla volta...

    Anche la maestra era impegnata a scrivere:

    non so fare in modo che la madre di Luca venga a un colloquio con l'insegnante;
    non so convincere mia figlia a mettere in ordine la sua camera;
    non so convincere il piccolo Simone a usare le parole anziché i pugni...

    Gli scolari continuarono a scrivere per altri dieci minuti.

    Quasi tutti riempirono la loro pagina.

    Alla fine portarono il loro compito alla maestra.

    Lei piegò i fogli a metà e li mise in una scatola da scarpe vuota.

    Una volta raccolti i fogli di tutti gli studenti, la maestra aggiunse anche il suo. Poi chiuse la scatola con il coperchio, la mise sottobraccio e si diresse verso la porta, quindi verso l'atrio.

    Gli scolari seguirono ordinatamente l'insegnante.

    In un angolo del giardino cominciarono a scavare. Seppellirono la scatola dei non so e ricoprirono la buca di terra.

    La maestra a quel punto disse:

    "Ragazze e ragazzi, per favore tenetevi per mano e chinate la testa".

    Gli scolari obbedirono. Rapidamente formarono un cerchio attorno a quella tomba, creando una catena con le mani. Abbassarono la testa e aspettarono. Poi la donna pronunciò il discorso funebre.

    "Amiche, amici. Siamo qui riuniti oggi per onorare la memoria di Non-so. Quando era con noi sulla terra ha toccato la vita di tutti, piccoli e grandi.

    Oggi Non-so lascia i suoi fratelli e le sue sorelle Posso, Voglio e Lo faccio-ora.

    Possa Non-so riposare in pace. E possa ognuno dei presenti continuare la propria vita senza di lui. Amen".

    Commemorarono Non-so con biscotti (meno di cinque a testa), popcorn e succo di frutta.

    Nella celebrazione la maestra ritagliò una grande lapide di cartoncino. Vi scrisse la data e la seguente frase:

    Qui giace «Non so».

    La lapide rimase appesa in classe per il resto dell'anno.

    In quelle rare occasioni in cui uno studente se ne dimenticava e diceva non so, la maestra semplicemente indicava la lapide. Lo studente allora si ricordava che Non-so era morto e riformulava la sua affermazione.

    Ancora oggi, dopo tanti anni, ogni volta che sento l'espressione «non so» mi ricordo che Non-so non è più fra noi.

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    non so come ringraziati... no è seppellito

    Grazie per ogni bel post qui
     
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    MESTOLO DI LEGNO

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    Grazie a te Incantata, sei gentile a venire a trovarci e a leggere. :cb:
     
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