Tampon tax e Infant tax, proteste sui social contro Meloni per il raddoppio dell’Iva: “Vergognoso, meno male che dovevi aiutare madri e famiglie”

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    Tampon tax e Infant tax, proteste sui social contro Meloni per il raddoppio dell’Iva: “Vergognoso, meno male che dovevi aiutare madri e famiglie”
    Un coro di dissenso su Facebook: «Sono questi gli incentivi per chi ha figli?». L’Adiconsum: «Siamo alle comiche». Adoc: «Brutta notizia per un Paese in cui la natalità è un grave problema per il futuro»


    CRISTINA BENENATI




    Tampon tax e Infant tax, proteste sui social contro Meloni per il raddoppio dell’Iva: “Vergognoso, meno male che dovevi aiutare madri e famiglie”
    «Ma come? Sono una donna… sono una madre e poi aumenta l’iva sui prodotti per l’infanzia e gli assorbenti? Se è uno scherzo, è di cattivo gusto. Vergogna!». È solo uno dei migliaia di commenti piovuti, anzi tuonati sui social dopo l’annuncio del governo Meloni di aumentare dal 5 al 10% l’iva su latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione di bimbi, per assorbenti, tamponi e coppette mestruali.

    Il coro di protesta è di tantissime donne e mamme italiane che in queste ore hanno sfogato la loro rabbia soprattutto su Facebook e X, increduli sull’incongruenza dei proclami della presidente Giorgia Meloni e delle decisioni assunte sui beni ritenuti da tanti «di prima necessità». «Solo bugie», scrive una giovane donna, a cui fa da coro il parere di fuoco di un’altra utente di Facebook, che scrive «È così che voleva aiutare le famiglie e la crescita della natalità». Il tema è proprio questo. «Una manovra fiscale che penalizza chi ha deciso di mettere sù famiglia è una manovra miope, anzi contraria all’invito a crearla o ampliarla una famiglia», scrive una giovane mamma emiliana. «È un governo in caduta libera», rincara la dose invece un papà. C’è poi chi cerca di smorzare i toni, ricordando che il governo nella manovra ha fatto anche cose buone, ma è un coro dalla voce fine: questa retromarcia ha unito molte associazioni di categoria. Non solo di mamme, ma anche di papà e genitori separati, i single che da questa manovra speravano un alleggerimento, vista l’inflazione galoppante. Tra queste l’associazione «Tocca a noi», che sul tema degli sgravi in questi anni ha fatto tour di sensibilizzazione che ora si vanifica con un raddoppio di Iva inaspettato.

    «Ma questo non era il governo che parla di natalità, di necessità di fare figli? Con quali misure pensano di incentivare le nascite? Eppure durante la campagna elettorale per le politiche del 2022, nel programma elettorale la destra aveva inserito la "riduzione dell'aliquota IVA sui prodotti e servizi per l'infanzia"», fanno notare su Facebook gruppi di genitori con bimbi piccoli.

    «Si tratta di scelte di civiltà, ma forse questo esecutivo guidato proprio da una donna è impegnato nel rendere più difficile e complicata la vita delle donne e delle famiglie».

    Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, esprime così il suo dissenso su tutta la linea. «Con l’aumento di Iva sui prodotti dell'infanzia e la tampon tax, siamo alle comiche. Al di là del fatto che il provvedimento è stato un flop, visto che i commercianti non hanno traslato la riduzione dell'Iva sul prezzo finale, è chiaro che ora invece il rialzo dell'Iva farà aumentare i prezzi».

    La presidente di Adoc nazionale, Anna Rea: «Una brutta notizia per un Paese in cui la natalità è un grave problema per il futuro. In un quadro economico per le famiglie già disastrato dal caro vita, crescere i figli costa: solo per l'acquisto dei pannolini, le famiglie spendono mediamente in un anno 726 euro l’anno a figlio. Per gli alimenti per bambini si sono registrati nel corso del 2023 aumenti del 15,2%. Occorre calmierare tutti i prezzi dei prodotti per l'infanzia e la cura monitorando a livello territoriale con le strutture che noi stessi consumatori abbiamo proposto da tempo e dotando di potere di intervento il Garante dei prezzi», conclude.



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