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Amore e amicizia per vincere la solitudine
Fonte
L'arrivo di Agostino fu il principio di una nuova vita.
Prima, finita la scuola, cominciava per me un interminabile pomeriggio di solitudine: me ne stavo nella mia stanza e leggevo, finché durava un briciolo di luce, seduto su una vecchia panca, - accanto alla finestra che si apriva sul giardino.
Col buio, quando un riquadro di luce si accendeva nella nostra cucina, scendevo.
Mia madre stava preparando la cena: io mi sedevo senza una parola e la guardavo.
Ma è venuto qualcuno a strapparmi a queste semplici gioie di ragazzo timido: Agostino. Da quando venne a pensione da noi, finita la lezione, malgrado il freddo che soffiava dalla porta sbatacchiata, gli strilli di quelli che pulivano le aule, i loro secchi d'acqua, una ventina degli allievi più grandi si accalcava intorno ad Agostino, parlava e discuteva, Lui non parlava. Appollaiato su un banco,
pensava, facendo dondolare le gambe. Rideva al momento giusto, ma appena, come se lui conoscesse altre storie, più belle.
Era ormai notte e allora Agostino saltava in piedi e gridava: - Su, andiamo.[/URL]
Tutti gli si affollavano dietro e correvano verso il paese che risuonava fino a tardi di grida e di risate.
Gli artigiani si affacciavano dalle loro botteghe e, sorridendo, dicevano:
Ecco, arrivano gli amici. Beati loro, non sanno che cosa sia la tristezza!
Racconto di A. Fournier.