La truffa viaggia sugli smartphone tra sms e Whatsapp: come difendersi

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    La truffa viaggia sugli smartphone tra sms e Whatsapp: come difendersi

    Storia di di Davide Madeddu


    La truffa viaggia sugli smartphone tra sms e Whatsapp: come difendersi
    © Fornito da Il Sole 24 Ore

    Qualcuno gioca la carta del figlio sbadato: «mamma ho rotto il telefono mandami un messaggio a questo numero». Qualche altro qualche altro punta sull’effetto “paura sorpresa” con il messaggio mandato dalla banca o dalle Poste in cui si dice che «il conto è sotto attacco» e suggerisce di seguire un link per risolvere. Peccato però che dietro questi episodi ci sia una truffa. Ossia attività di coloro che con l’inganno svuotano i conti dei malcapitati che presi dal panico, seguono in maniera quasi militare i “consigli”.

    Proprio in questi giorni si registra la novità: un messaggio inviato da un numero polacco in cui si legge: «Ciao mamma, il cellulare è rotto. Questo è il mio nuovo numero di cellulare. Mi mandi un messaggio su Whatsapp? Grazie mille». Peccato che il messaggino arrivi anche a chi non ha figli o a mamme che davanti al messaggio prendano il telefono e facciano la verifica di persona.

    C’è anche un altro sistema che colpisce parecchi utenti ed è il trucco del messaggio mandato dall’istituto bancario o dalle Poste. È il caso di un sms ricevuto da un istituto bancario in cui si segnala un’anomalia e un movimento di 248 euro il Romania. «Segua il link per bloccare l’operazione». Stesso discorso per qualche messaggio che arriva dalle Poste.

    Però poi ci sono gli altri che via mail segnalano un’anomalia sul profilo dell’Agenzia delle entrate e indicano un link da seguire. E’ recente quella inviata dalla “Commissione di osservanza sul Registro tributario” che preannuncia una sanzione. Si trattava però di un falso anche perché il mittente era un “soggetto sconosciuto e anche l’italiano, sia nella forma, sia nella sostanza era “improbabile” e zeppo di errori.

    C’è poi anche la telefonata che ha un numero simile a quello della Polizia o dell’ufficio postale vicino. «Chiama dice che il conto corrente è sotto attacco e si consiglia di spostare tutto su un Iban sicuro che fornisce il chiamante - dice Massimo Bruno, primo dirigente in servizio alla Polizia postale a roma - . In realtà è una truffa, perché né la polizia né gli istituti bancari o le Poste chiedono di fare operazioni di questo tipo».

    Esempi di attacchi che vanno a colpire anziani e non solo e che sono al centro dell’attività portata avanti dalla Polizia postale che fa un monitoraggio costante. «Si tratta di un fenomeno estremamente diffuso - sottolinea il dirigente della Polizia - è un dato che noi rileviamo ed è molto elevato il numero delle persone che vengono coinvolte». Da qui qualche consiglio da seguire proprio per evitare di finire nella rete dei truffatori. «La prima regola e la più importante da seguire è quella di ricordare sempre che informazione di questo tipo, ossia con sms, whatapp o contatto telefonico di uffici postali, Polizia o istituti bancari - chiarisce - non chiederanno mai queste informazioni».

    Quindi: «La prima regola è non spaventarsi o farsi prendere dal panico - aggiunge - ma contattare Poste, banche o forze dell’ordine seguendo i canali canonici». C’è po anche un altro aspetto: se si è vittima di una truffa si corre il rischio di non recuperare i soldi. «Se si fa un bonifico verso l’Iban considerato sicuro ma è una truffa - argomenta ancora Bruno - difficilmente la banca restituisce, anche perché quell’operazione è stata fatta volontariamente. Certo poi si individua l’autore della truffa, ma recuperare i soldi è sempre difficile, quindi sempre meglio prevenire».

    A fornire assistenza e supporto ai cittadini anche la rete di Federconsumatori che ha attivato una serie di sportelli e stretto collaborazioni con le forze dell’ordine. «Cresce il numero dei frequentatori delle piattaforme e cresce anche il numero delle truffe - dice Michele Carrus, presidente nazionale di Federconsumatori -. I dati sulle truffe sono importanti e interessano la popolazione anziana che è particolarmente vulnerabile». In campo anche la fantasia dei truffatori. «Pensiamo a quelli che chiamano e chiedono dati personali per poi attivare utenze che non sono mai state richieste - aggiunge Carrus - o ancora alle mail che invitano a cliccare su link che rimandano a foto compromettenti o altro».

    Dal responsabile della Federconsumatori anche un suggerimento per gli acquisti in rete. «Diciamo sempre di verificare chi vende qualcosa e fare attenzione ai prezzi. Perché se qualcuno vende un oggetto a un prezzo dieci volte meno di quello reale c’è qualcosa che non va». E poi il controllo dei protocolli di protezione, sede dell’azienda che vende ed eventuali commenti. «Non meno importante la politica dei resi e dei rimborsi, è bene fare attenzione anche su questi aspetti».



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