Guerra Russia-Ucraina, Mosca: “L’accordo sul grano verrà ristabilito dopo indagini sui fatti di Crimea”. Cadaveri in una discarica a Belgorod. Berlusconi: "Le bottiglie di vodka? Uno scherzo

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    MESTOLO DI BRONZO

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    Guerra Russia-Ucraina, Mosca: “L’accordo sul grano verrà ristabilito dopo indagini sui fatti di Crimea”. Cadaveri in una discarica a Belgorod. Berlusconi: "Le bottiglie di vodka? Uno scherzo. Basta armi a Kiev"
    Salta l’accordo sul grano, Ue: «Putin ci ripensi». Il Gruppo Wagner recluta detenuti con Hiv. Tajani: «Non può esserci pace senza giustizia, cioè senza l’indipendenza ucraina». Cremlino: «Sì ai negoziati se gli Usa ascoltano le nostre preoccupazioni sulla sicurezza»


    DIRETTA A CURA DELLA REDAZIONE



    Quando i giorni di guerra sono 249, l'Ucraina attacca la flotta russa a Sebastopoli, in Crimea. «Colpite quattro navi», annuncia Kiev. Mosca accusa invece la Gran Bretagna: secondo il ministero della Difesa, Londra avrebbe infatti contribuito alla preparazione dell'attacco con i droni. Come risposta, la Russia considera sospeso l'accordo sul grano a partire da oggi e a «tempo indeterminato». Un decisione «scandalosa», a detta del presidente americano Joe Biden. Il Cremlino chiede inoltre che la questione sia sottoposta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

    18.09 – Mosca: “Ritorno ad accordi sul grano dopo indagine sui fatti di Crimea”
    Per la Russia «sarà possibile parlare della possibilità di un ritorno all'accordo sul grano dopo un'indagine approfondita su quanto accaduto a Sebastopoli». Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko. Lo riporta Interfax. «Prima di tutto serve scoprire tutte le circostanze di ciò che è successo. Questa è una completa disgrazia, tutte le condizioni precedentemente concordate sono state violate», ha spiegato. «La Russia ha convocato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove si discuterà di questo problema, solo dopo si potrà parlare di quali saranno i prossimi passi», ha aggiunto.

    18.06 – Mosca: “Contatti nei prossimi giorni per il corridoio del grano”
    «Mosca ha in programma contatti con Turchia e Onu sulla situazione dell'accordo sul grano», nel prossimo futuro. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko. Lo riporta Interfax. «Probabilmente avremo contatti sia con le Nazioni Unite che con la Turchia, partecipanti all'accordo di Istanbul. Penso che questi contatti avverranno nei prossimi giorni», ha spiegato

    18.04 – S. Craxi: “Accordo sul grano va salvaguardato ad ogni costo”
    «Con la decisione di sospendere la sua partecipazione al grain deal, l'accordo siglato a luglio sotto l'egida dell'ONU per l'export di grano dal Mar Nero, la Russia aggiunge un elemento di ulteriore, grave destabilizzazione in un contesto già di per sé fortemente critico. L'accordo sul grano va salvaguardato ad ogni costo, va messo al riparo dalle contingenze quotidiane di un conflitto dissennato, non può essere merce di scambio, strumento di mera pressione. Utilizzare il cibo come arma di ricatto, bloccare e sabotare i canali di approvvigionamento alimentare vuol dire macchiarsi di un grave crimine, poiché impatta sulle realtà più depresse e povere e rischia di mettere in predicato la vita di milioni di persone». Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia (FI). «Non posso pertanto non condividere – aggiunge Craxi – le parole del portavoce del segretario generale dell'ONU, Stéphane Dujarric, che chiede di astenersi da qualsivoglia azione che possa minare il patto faticosamente raggiunto. ? una questione sulla quale come Italia e come Europa dovremo spenderci, poiché il fallimento di questo accordo rischia di produrre effetti devastanti anche per le nostre realtà, immerse nell'area mediterranea»

    18.00 – A Praga manifestazione contro l’estermismo e in supporto a Kiev
    Decine di migliaia di persone hanno manifestato oggi in Piazza San Venceslao a Praga con la parola d'ordine «Repubblica ceca contro la paura e l'odio». La manifestazione è stata convocata dall'associazione «Un milione di momenti per la democrazia» in risposta a numerose manifestazioni tenutesi recentemente a Praga con l'obiettivo di far cadere il governo filo-ucraino del premier Petr Fiala e far sì che riprendessero le trattative con la Russia sulle forniture del gas. L'odierna manifestazione, oltre ad esprimere il sostegno all'Ucraina, vuole dimostrare che la Repubblica ceca può gestire la crisi se rimane unita. «Vogliamo che la gente si porti via la speranza che possiamo farcela. Se restiamo uniti, è molto meglio che se combattiamo tra di noi», ha dichiarato la portavoce Hana Strasakova. «È tempo di dimostrare che siamo solidali con l'Ucraina invasa. Che non permetteremo che i valori democratici conquistati più di trent'anni fa ci vengano sottratti. Che non ci faremo intimidire», hanno detto gli organizzatori. I manifestanti rifiutano, ad esempio, di schierarsi con la Russia di Putin in cambio di gas più economico e dichiarano di sostenere l'Ucraina. La manifestazione è stata salutata anche dalla first lady dell'Ucraina Olena Zelenska.

    17.55 – Kiev: “Mosca finge apertura al dialogo per prendere tempo”
    «La dichiarazione di disponibilità di Lavrov ai negoziati non è che un'altra cortina fumogena per prendere tempo fra le sconfitte dell'esercito russo». Lo scrive su facebook Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino. «Chi cerca davvero i negoziati non distrugge il sistema energetico del Paese per congelare la sua popolazione in inverno, non si impegna in esecuzioni di massa di civili, non bombarda i quartieri residenziali, non annuncia la mobilitazione di altri 300mila militari, non fa bloccare le forniture di grano, non emette ultimatum».

    17.50 – Prosegue l’arrivo di russi in Serbia
    Sarebbero ormai più di centomila i russi arrivati in Serbia dall'inizio dell'intervento militare di Mosca in Ucraina. Nel darne notizia, il quotidiano Blic riferisce che protagonisti di tale 'invasione' pacifica sono in larga parte giovani professionisti e imprenditori, molti del settore informatico e IT, soli o con le rispettive famiglie, che si fermano fondamentalmente a Belgrado con l'intenzione di fondare nuove società e proseguire la loro attività lavorativa, divenuta per tanti in Russia un percorso a ostacoli per via delle pesanti sanzioni economiche e finanziarie occidentali. Sono circa 2.300 le nuove società create in Serbia dai russi negli ultimi mesi. Il flusso, scrive il giornale belgradese, si è intensificato ulteriormente dopo la proclamazione della mobilitazione parziale da parte del presidente Vladimir Putin. Difficile dire se si tratti di veri e convinti oppositori, certo è che si vuole evitare la chiamata alle armi, e far trascorrere questo periodo bellico e tumultuoso, prima magari di fare ritorno in patria con tempi migliori.

    17.48 – Turchia a colloquio con Mosca e Kiev per corridoio del grano
    «Il capo del ministero della Difesa turco sta negoziando con i suoi omologhi di Russia e Ucraina per risolvere la situazione» dei corridoi sul grano. Lo riporta la Tass. «Sono in corso anche trattative tra i dipartimenti interessati», si legge nel comunicato

    17.46 – Zelensky riunisce comando per parlare della situazione al fronte
    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riunito oggi pomeriggio il comando supremo delle forze armate per fare un punto sulla situazione operativa al fronte. Lo rende noto lo stesso presidente su Telegram. Nella riunione si sono approfondite le possibili azioni del nemico nel prossimo futuro e si è discusso dello stato della logistica delle forze di difesa, in particolare della fornitura di munizioni e della riparazione di attrezzature e armi.

    17.27 – Kiev: “218 navi ferme per il blocco sull’accordo del grano”
    Kiev sottolinea che la decisione russa di sospendere indefinitivamente l'accordo sul grano ha bloccato 218 navi nel mar Nero. «Dato che, al 30 ottobre, la parte ucraina non ha il permesso del Centro di coordinamento congiunto di passare attraverso corridoi sicuri, vi sono 218 navi bloccate nelle loro posizioni», ha spiegato su Facebook il ministero delle Infrastrutture di Kiev, rilanciato da Ukrinform. Di queste navi, viene spiegato, 95 sono cariche, hanno lasciato i porti ucraini e sono in attesa delle ispezioni per procedere. Altre 101 navi vuote attendono le ispezioni per tornare nei porti ucraini, mentre 22 navi cariche aspettano di partire dai porti ucraini

    17.24 – Calenda: “Berlusconi continua propaganda per Putin”
    «Non esiste maggioranza di Governo senza una linea di politica estera comune. Berlusconi continua a fare propaganda per Putin incurante delle conseguenze. Tra le sue parole in libertà e le fughe in avanti di Matteo Salvini su economia, questo Governo parte zoppo». Lo scrive su twitter il leader di Azione Carlo Calenda

    17.03 – Craxi (Forza Italia): “Sul sesto pacchetto di armi all’Ucraina nessuna crepa nella maggioranza”
    «Sul sesto pacchetto di armi all'Ucraina atteso per il prossimo novembre, non c'è e non ci sarà nessuna crepa nella maggioranza, nessuna divisione. Sono aiuti necessari alla sua difesa, una difesa legittima, sia sul piano del diritto e delle convenzioni internazionali che su quello etico-morale», assicura Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia. «Spiace smentire le cassandre dai presagi interessati - prosegue -. Ma la posizione sul conflitto non rappresenta materia di divisione in seno alla maggioranza di governo. Una coalizione che, a differenza di alcune forze di minoranza, che celano sempre più dietro un pacifismo di comodo e di facciata ben altri pensieri e convenienze, ha già votato compattamente sul tema del sostegno militare all'Ucraina. Nel centrodestra abbiamo ben chiara la differenza tra aggredito e aggressore e siamo convinti che non ci potrà essere vera pace senza giustizia». «Faremo pertanto quanto necessario per modo e per tempo - conclude Stefania Craxi -, in piena sinergia con i nostri partner e alleati, nella piena consapevolezza di doverci spendere insieme alla comunità internazionale per raggiungere al più presto quantomeno un cessate il fuoco».

    16.57 – Kiev: “Per negoziare Mosca si ritiri ai confini del 1991”
    Il governo ucraino non crede alla reale disponibilità di Mosca al negoziato perché «chi vuole negoziare non distrugge l'infrastruttura energetica del paese invaso, non bombarda area civili, non compie esecuzioni di massa di civili, non annuncia mobilitazioni militari e non blocca l'esportazione del grano». Quindi la Russia si ritiri ai «confini del 1991». Cioè «quelli al momento dell'indipendenza dell'Ucraina, Crimea compresa».
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    16.49 – Una possibile via di mediazione passa da Roma

    A oltre otto mesi di guerra, l'improvvisa apertura verso un ruolo di mediazione del Vaticano, cui Oltretevere si lavora da mesi, non lascia certo spiazzati i vertici della Santa Sede, ma c'è la necessità di preparare al meglio ogni passo: sia sul fronte politico, con Putin ed eventualmente Volodymyr Zelensky, sia sul fronte religioso, col patriarca Kirill. Anche il capo della diplomazia vaticana, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, lo ha fatto capire chiaramente. Per quanto si tratti «di un'apertura generica che si dovrà poi concretizzare», «che ci sia disponibilità da parte di Mosca a parlare mi pare un segno positivo», ha commentato il cardinale Parolin. E successivamente: «Noi siamo aperti e disponibili a fare tutto il possibile, se c'è una piccola apertura certamente ne approfitteremo». Per il segretario di Stato vaticano, il varco lasciato aperto dal Cremlino lascia spiragli di «speranza», però «finora non sappiamo che cosa significhi questo spiraglio e quali sviluppi potrà avere». «Stiamo riflettendo su cosa si potrebbe eventualmente fare». Anche una telefonata del Pontefice a Vladimir Putin? «Adesso vedremo, lasciateci pensare». E al di là delle risposte generiche per tenere buoni i cronisti, è a questo che si sta lavorando nelle Sacre Stanze. In campo, tra i minacciosi scenari da olocausto nucleare, c'è l'opportunità di contribuire alle vie di un accordo, e l'occasione non può essere lasciata intentata.

    16.42 – Dopo gli spiragli di Mosca si lavora al ruolo che può assumere la Santa Sede
    Papa Francesco invita ancora a «non dimenticare, per favore, nella nostra preghiera e nel nostro dolore del cuore, la martoriata Ucraina», e a «pregare per la pace». «Non ci stanchiamo di farlo!", esclama davanti a circa 35 mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l'Angelus. Quello di oggi, in vista delle festività d'inizio novembre e in attesa che giovedì 3 il Pontefice parta per il Bahrein, in un ulteriore viaggio all'insegna del dialogo e della convivenza pacifica, è l'ennesimo appello di Francesco per la fine del tragico conflitto in Ucraina. Ma non può dirsi uno dei tanti: arriva infatti alla fine di una settimana - iniziata con l'udienza papale al presidente francese Emmanuel Macron e la partecipazione alla chiusura del Meeting di Sant'Egidio "Il grido della pace" - che ha visto inediti movimenti sulla possibile apertura di un nuovo fronte diplomatico che veda anche un ruolo attivo della Santa Sede. Importanti spiragli sono infatti venuti dal Cremlino, dopo che proprio Macron ha chiesto a papa Bergoglio, durante l'incontro in Vaticano, di telefonare al presidente russo Vladimir Putin, al patriarca di Mosca Kirill e al presidente americano Joe Biden per «favorire il processo di pace» in Ucraina. Mosca, nella stessa giornata di martedì 25, ha subito accolto positivamente la proposta del presidente francese di includere il Pontefice e le autorità statunitensi nei colloqui per la soluzione del conflitto, come ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, pur sapendo che la legge ucraina vieta qualsiasi negoziato con Putin. «Se tutto questo fa parte degli sforzi per cercare un possibile accordo, questo può essere visto positivamente», ha risposto Peskov ai giornalisti. «Siamo pronti a discutere di tutto questo con gli americani, con i francesi e con il Pontefice. La Russia è aperta a tutti i contatti, ma dobbiamo tenere presente che l'Ucraina ha codificato la non prosecuzione dei negoziati», ha affermato.

    16.32 – Turchia: “Continueranno le ispezioni sulle navi cariche di grano”
    Le ispezioni alle navi mercantili cariche di grano ucraino continueranno «oggi e domani» a Istanbul, ha annunciato il ministero della Difesa turco, dopo che Mosca ha sospeso la sua partecipazione all'accordo firmato il 22 luglio in Turchia con la mediazione anche dell'Onu. «Si prevede di continuare l'ispezione delle navi cariche di grano in attesa a Istanbul oggi e domani», ha affermato il ministero in una nota.

    16.27 – Azione: “Berlusconi insiste sulla resa di Zelensky, Meloni chiarisca”
    «Berlusconi, fra una smentita e l'altra, continua a dare conferme incontrovertibili: per lui la pace è possibile se l'Occidente smette di fornire armi a Zelenski- afferma Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione –. Esattamente la posizione dei Cinquestelle e di di quanti vogliono la resa dell'Ucraina alla violenza di Vladimir Putin. Con le dichiarazioni raccolte da Vespa nel suo ultimo libro, Berlusconi si è tagliato i ponti alle spalle: addirittura chiede la ripetizione dei referendum, alla presenza di osservatori occidentali, in alcune delle regioni occupate dalle forze russe, come se quelle occupazioni potessero diventare legittime con un referendum. La presidente del Consiglio farà bene a chiedere al suo ministro degli Esteri Antonio Tajani di chiarire la linea di Forza Italia sulla vicenda Ucraina».

    16.21 – Quartapelle (Pd): “Per Berlusconi la pace passa dalla resa. Bel problema per Giorgia Meloni”
    «La pace in Ucraina? Presto fatta. Togliendo gli aiuti militari a Zelensky così lo si obbliga a trattare, e riconoscendo Donbass e Crimea come Russia. Ecco la ricetta per il negoziato (meglio dire la resa) di Berlusconi. Un bel problema per Meloni che il suo alleato la pensi così», scrive Lia Quartapelle (Pd) su Twitter.

    16.08 – Repubblicani verso la vittoria nelle elezioni Usa di midterm
    A dieci giorni dalle elezioni di midterm negli Stati Uniti, la vittoria repubblicana alla Camera appare scontata mentre il duello del Senato rimane sul filo del rasoio. Ma questa potrebbe non essere del tutto una brutta notizia per Joe Biden, o per chi correrà per i democratici alle presidenziali del 2024. E' questo il pronostico per le elezioni del prossimo 8 novembre - che rinnoveranno l'intera Camera ed un terzo del Senato - fatta da Miles Coleman del Center for Politics dell'Università della Virginia. «La nostra aspettativa è che tra dieci giorni i repubblicani conquisteranno la Camera, l'unica questione è quanto sarà grande la loro maggioranza, il Senato rimane in bilico, potrebbe andare in entrambe le direzioni», spiega Coleman che è associate director del “Sabato's Crystal Ball”, che da anni “predice” i risultati delle elezioni americane. Per Biden ed i democratici l'eventuale sconfitta di oggi potrà rivelarsi «un bene», una linea di attacco contro la maggioranza repubblicana che si prevede nei prossimi due anni sarà impegnata «a fare inchieste sulla famiglia Biden, spingere per tagliare la spesa». Senza contare la possibilità che mettano a rischio il sostegno militare ed economico all'Ucraina impegnata a difendersi dall'invasione russa: «E questa la misura di quanto sia cambiato dal partito di Reagan che era il campione anti-Urss e anti-Russia», conclude Coleman.

    15.59 – Berlusconi: “No armi e aiuti alla ricostruzione, così Zelensky tratterebbe”
    Si può arrivare a una trattativa di pace nel conflitto ucraino? «Forse: solo se a un certo punto l'Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l'Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra. In questo caso Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa», ha detto intervistato da Vespa per il suo ultimo libro, il leader di Fi, Silvio Berlusconi. «In questa situazione - sostiene Berlusconi- noi non possiamo che essere con l'Occidente nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l'Ucraina». Sullo stop alle armi, preferendo l'invio di massicci aiuti economici per la ricostruzione, Vespa obietta che Putin dovrebbe almeno lasciare le due regioni (Kherson e Zaporizhzhia) occupate e annesse dopo le altre due del Donbass (Donetsk e Luhansk). Berlusconi sembra d'accordo, pensa però che non si dovrebbe discutere l'appartenenza alla Federazione Russa della Crimea e fare un nuovo referendum nel Donbass con il controllo dell'Occidente.

    15.53 – Berlusconi: “Le bottiglie di vodka e lambrusco? Uno scherzo”
    Nel libro di Bruno Vespa “La grande tempesta” in uscita venerdì 4 novembre da Mondadori Rai Libri, Silvio Berlusconi torna sugli audio all'assemblea dei parlamentari Fi. Sulle venti bottiglie di vodka e di lambrusco, ricorda che dopo aver raccontato ai suoi deputati delle lettere di auguri, uno di loro gli chiese: «E vi siete fatti anche dei regali?». E lui sorridendo rispose divertito: «Si certo, venti bottiglie di vodka e venti di lambrusco». Ma tutti , dice, avevano capito che scherzava. Alla domanda di Vespa se si senta più vicino all'America o alla Russia, Berlusconi ricorda che una delle cinque standing ovation riservategli dal Congresso degli Stati Uniti il 19 giugno 2011 fu quando raccontò del giuramento di fedeltà agli Usa chiestogli dal padre quando dopo la maturità classica lo portò a visitare il cimitero militare americano di Anzio.

    15.49 – Guterres (Onu) “profondamente preoccupato” per lo stop all’export di grano
    Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso «profonda preoccupazione» per l'interruzione delle esportazioni di grano dai porti ucraini, dopo che la Russia ha sospeso la sua partecipazione all'accordo sui corridoi sicuri dell'export, raggiunto con la mediazione di Onu e Turchia. «Il segretario generale è profondamente preoccupato per la situazione in corso per quanto riguarda» l'intesa sulle esportazioni di cereali dal Mar Nero, ha affermato il suo portavoce. Guterres «ha deciso di ritardare di un giorno la sua partenza per il vertice della Lega Araba ad Algeri per concentrarsi sulla questione», aggiunge il portavoce.

    15.37 – Kiev: “Impossibile esportare grano con i corridoi bloccati dai russi”
    Le esportazioni di cereali dai porti ucraini sono tornate «impossibil» a causa del blocco imposto dalla Russia, all'indomani dell'uscita di Mosca dall'accordo sui corridoi sicuri del grano dal Mar Nero. Lo ha denunciato il ministro delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov. Secondo il ministro, una nave carica di 40 tonnellate di grano avrebbe dovuto lasciare l'Ucraina oggi con destinazione l'Etiopia, «ma a causa del blocco del corridoio del grano da parte della Russia, le esportazioni sono impossibili», ha affermato su Twitter.

    15.24 – Mosca: “I droni usati nell’attacco a Sebastopoli sono passati dal corridoio del grano”
    Il ministero della Difesa russo ha affermato che «i droni ucraini che hanno partecipato all'attacco alle navi a Sebastopoli sono stati lanciati dalla regione di Odessa e hanno utilizzato la zona di sicurezza del corridoio del grano». Lo riporta Interfax. Per i militari di Mosca «le coordinate del movimento di uno dei droni indicano il punto di partenza nella zona di mare del 'corridoio del grano' nel Mar Nero». Questo potrebbe indicare «un lancio preliminare di questo dispositivo da una delle navi civili noleggiate da Kiev o dai suoi clienti occidentali per l'esportazione di prodotti agricoli dai porti marittimi dell'Ucraina». Inoltre gli esperti russi hanno condotto un esame dei moduli di navigazione dei droni usati nell'attacco delle navi a Sebastopoli in Crimea rilevando «tecnologia canadese».

    15.12 – Kiev: “Tre navi russe pronte al combattimento nel Mar Nero. Mosca potenzia anche la difesa antisommergibili”
    Tre navi russe con un totale di 24 missili da crociera del tipo Kalibr sono pronte al combattimento nel Mar Nero: «Il nemico sta potenziando la difesa aerea e le misure di difesa antisommergibile, visto che il dragamine Ivan Golubets è stato colpito ieri all'ancoraggio esterno del porto di Sebastopoli». Lo scrive la Marina delle Forze Armate ucraine su Telegram. Nel Mar d'Azov, le forze russe continuano a controllare le comunicazioni marittime, mantenendo fino a tre navi da guerra e imbarcazioni pronte al combattimento.

    14.59 – Metsola: “Spero che l’Italia continui ad essere al centro dell'Ue. Ne parlerò con Giorgia Meloni”
    «La scelta della prima visita a Bruxelles è una buona scelta. Sarebbe importante parlare della guerra in Ucraina. Dobbiamo parlare della strada che l'Italia continuerà a prendere, io spero che l'Italia continui a essere al centro dell'Italia non solo come Paese fondatore ma anche come Paese pro-europeista e filo-atlantico», ha detto la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola, ospite di Mezz'ora in più, su Raitre. Con la premier italiana «parleremo anche del Pnrr, delle ambizioni europee sul digitale e della crisi energetica», ha aggiunto.

    14.53 – In corso la mediazione turca per la ripresa dell’accordo sul grano
    Il governo turco ha avviato oggi conversazioni con la Russia per far ripartire l'accordo sui corridoi per il grano ucraino nel Mar Nero, di cui Mosca ha annunciato ieri la sospensione. Lo riferisce un'anonima fonte del governo di Ankara, citata dall'agenzia Bloomberg. I negoziati proseguiranno anche domani se necessario, ha aggiunto la fonte, aggiungendo che «vi sono motivi di ottimismo».

    14.48 – Telefono di Liz Truss intercettato, russi sospettati
    Il telefono dell'ex premier britannica Liz Truss è stato intercettato mentre era ministro degli Esteri, ma, quando la vicenda è stata scoperta la scorsa estate, la notizia è stata nascosta. Lo scrive oggi il quotidiano Mail on Sunday, aggiungendo che Londra sospetta una responsabilità di agenti russi. L'opposizione laburista ha subito chiesto l'apertura di una inchiesta. Il governo, riferisce la Bbc, risponde di avere in funzione una «robusta» protezione contro le cyber minacce e di «non voler commentare le disposizioni di sicurezza dei singoli». Secondo il Mail on Sunday, sono stati intercettati messaggi privati dell'allora ministro degli Esteri con funzionari stranieri, anche sull'Ucraina. Le intercettazioni furono scoperte in estate, quando i conservatori stavano scegliendo il nuovo leader che doveva succedere al premier Boris Johnson. Furono proprio Johnson e il suo segretario di gabinetto Simon Case a decidere di tenere nascosta la notizia, afferma il quotidiano. Fra le conversazioni intercettate, anche quelle fra Truss e il suo stretto alleato Kwasi Kwarteng. Primo ministro per un mese e mezzo, fra settembre e ottobre, Truss aveva scelto Kwarteng come suo ministro delle Finanze.

    14.37 – Pompeo: “Sono molto preoccupato dalla minaccia nucleare. Kiev avrà successo se Usa-Ue continuano aiuti”
    L'ex segretario di stato ed ex capo della Cia Usa Mike Pompeo si è detto «molto preoccupato» della minaccia nucleare russa sullo sfondo della guerra in Ucraina. «Sono molto preoccupato», ha detto a margine del Gala a Washington della National Italian American Foundation (Niaf), dove era uno dei premiati. Ma, ha aggiunto, «sono fiducioso che se Usa ed Europa forniranno all'Ucraina ciò di cui ha bisogno per proteggere la sua sovranità Kiev avrà successo».

    14.21 – Parigi: “La Russia ripristini l’accordo sul grano”
    «Sospendendo la partecipazione all'accordo sul grano la Russia aggrava la crisi alimentare globale causata dalla sua aggressione contro l'Ucraina. Deve tornare indietro sulla sua decisione che comporta gravi conseguenze», scrive su Twitter la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna.

    14.12 – Mosca: “Arrestato secondo sospettato dell’attacco al dipartimento di polizia a Kherson”
    Un secondo sospettato nell'attacco al dipartimento di polizia di Kherson nei giorni scorsi è stato arrestato. Lo riporta la Tass citando i servizi di emergenza russi.

    14.08 – Bare con i corpi di militari russi tra rifiuti a Belgorod
    I residenti di Belgorod, città russa ai confini con l'Ucraina, hanno trovato bare di zinco con cadaveri di soldati russi lasciate tra i rifiuti. Lo riporta il media indipendente bielorusso Nexta Tv su Twitter pubblicando una foto delle bare.

    13.55 – Mosca: “Europa e Stati Uniti giocano con il tema della armi nucleari”
    Mosca è allarmata dal desiderio di Varsavia di candidarsi per il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. «La Polonia si propone agli americani come “candidato” per piazzare lì le loro bombe nucleari. Questa situazione è molto preoccupante», ha detto il capo del dipartimento diplomatico. Secondo lui, una nuova generazione di politici occidentali sta cercando di «giocare» in modo irresponsabile con il tema delle armi nucleari. «Sono apparse - aggiunge Lavrov - persone in Europa che stanno cercando di “giocare” con il tema delle armi nucleari in modo piuttosto irresponsabile». Lo riporta la Tass.

    13.43 – Kiev: “Unica proposta realistica per i negoziati è il ritiro delle truppe russe”
    «L'unica proposta realistica per possibili negoziati dovrebbe essere l'immediata cessazione della guerra contro l'Ucraina da parte della Russia e il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino oltre i confini a partire dal 1991», scrive su Facebook Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri in risposta a quanto dichiarato dal capo della diplomazia russa Sergei Lavrov.

    13.38 – Combattimenti in Donetsk, Mosca e Kiev rivendicano progressi
    Le truppe russe hanno conquistato diverse roccaforti e ora dominano le alture nella direzione Sud in Donetsk, oltre cento militari ucraini sono stati uccisi in battaglia. Lo rende noto lo Stato Maggiore dell'esercito russo aggiungendo che le truppe ucraine e i mercenari sono stati respinti sul campo in direzione di Kupyansk, dove hanno perso la vita 250 militari di Kiev, come riporta la Tass. Ulteriori perdite per gli ucraini - dice l'esercito della Federazione - anche a Lyman. Diversa la ricostruzione dello Stato Maggiore ucraino, secondo il quale nelle ultime 24 ore sono state inflitte alle truppe russe pesanti perdite nelle direzioni Donetsk e Lyman: 950 soldati di Mosca sono morti durante i combattimenti. Il portavoce del Gruppo delle Forze Orientali ucraine Sergi Cherevaty ha dichiarato a Espreso Tv che ieri i russi hanno fatto 41 tentativi di assalto nella direzione di Avdiivka, in Donetsk, subendo enormi perdite: «I russi vanno spesso all'assalto. Le loro perdite sono enormi. Non portano via i loro soldati per qualche motivo. Tutti i campi sono coperti di cadaveri», ha affermato.

    13.29 – Cremlino: “Il voto decisivo per risolvere il conflitto è di Washington”
    Il «voto decisivo» per risolvere il conflitto in Ucraina «spetta a Washington» perché con Kiev «è impossibile parlare di qualunque cosa». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un intervista a Rossiya.

    13.18 – Kiev: “Nave con grano per l’Etiopia non è potuta partire”
    «A causa del ritiro della Federazione Russa dall'accordo sul grano, la nave Ikaria Angel con 40mila tonnellate di grano per l'Etiopia non ha potuto lasciare oggi il porto ucraino come previsto», ha annunciato su Twitter il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov. «Questi prodotti erano destinati al popolo etiope, che è sull'orlo della fame. Ma a causa della chiusura del corridoio del grano da parte della Russia, l'esportazione è impossibile», aggiunge.

    13.14 – Filorussi: “Raggiunta la periferia Pavlovka nella regione di Donetsk”
    L'esercito russo ha raggiunto la periferia del villaggio di Pavlovka nell'autoproclamata Repubblica di Donetsk. Lo ha riferito il ministero della Difesa di Mosca.

    13.08 – Putin: “Operazione speciale in Ucraina inevitabile”
    Il presidente russo Vladimir Putin ha spiegato recentemente in un suo discorso perché l’”'operazione speciale” lanciata dalla Russia in Ucraina era inevitabile e perché non c'era altra via d'uscita. Lo ha riferito il Cremlino, citato dall'agenzia russa Tass.

    12.56 – Lavrov: “Pronti ad ascoltare le proposte per ridurre le tensioni”
    I vertici russi, compreso il presidente Vladimir Putin, restano pronti a negoziare sull'Ucraina: lo ha detto il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, secondo l'agenzia Tass. «La disponibilità della Russia, compreso quella del suo presidente, per i negoziati (sull'Ucraina) rimane invariata. Saremo sempre pronti ad ascoltare quali proposte hanno i nostri partner occidentali per ridurre la tensione».

    12.46 – Craxi: “Salvaguardare accordo sul grano ad ogni costo”
    «Con la decisione di sospendere la sua partecipazione al grain deal, l'accordo siglato a luglio sotto l'egida dell'Onu per l'export di grano dal Mar Nero, la Russia aggiunge un elemento di ulteriore, grave destabilizzazione in un contesto già di per sé fortemente critico. L'accordo sul grano va salvaguardato ad ogni costo, va messo al riparo dalle contingenze quotidiane di un conflitto dissennato, non può essere merce di scambio, strumento di mera pressione. Utilizzare il cibo come arma di ricatto, bloccare e sabotare i canali di approvvigionamento alimentare vuol dire macchiarsi di un grave crimine, poiché impatta sulle realtà più depresse e povere e rischia di mettere in predicato la vita di milioni di persone», afferma Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia. «Non posso pertanto non condividere - aggiunge - le parole del portavoce del segretario generale dell'ONU, Ste'phane Dujarric, che chiede di astenersi da qualsivoglia azione che possa minare il patto faticosamente raggiunto. una questione sulla quale come Italia e come Europa dovremo spenderci, poiché il fallimento di questo accordo rischia di produrre effetti devastanti anche per le nostre realtà, immerse nell'area mediterranea».

    12.39 – Kiev: «L’accordo sul grano non è nell’agenda di Putin per il colloquio con Erdogan»
    Il presidente russo, Vladimir Putin, "non ha ancora" in agenda una conversazione telefonica con il presidente turco, Recep Tayyip EWrdogan, sulla questione del grano. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, all'indomani della decisione di Mosca di fare un passo indietro dall'accordo mediato anche grazie alla Turchia.

    12.34 – Papa: «Non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina»
    «Non dimentichiamo, nella nostra preghiera, la martoriata Ucraina, pregiamo per la pace e non stanchiamoci di farlo», ha detto Papa Francesco all'Angelus.

    12.28 – Avvenire: «Chi è “santo” compie il bene e lavora per la pace»
    «Di una cosa possiamo essere certi, e non ci dobbiamo stancare di ripeterla. Anche in questi giorni d'ingiustizia e di morte a causa della guerra che insanguina il mondo e che non possiamo non vedere e non temere nei territori d'Ucraina, proprio in questi giorni - giorni che si fondono ma non si confondono con quelli delle feste della nostra tradizione più semplice e sentita - ci sono santi che si sono messi in cammino e 'arriveranno marciando», afferma il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, in un editoriale in vista delle festa di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Defunti. «Uomini e donne che stanno facendo il bene anche nel grande male della guerra in nome di Dio e in nome dell'umanità - sottolinea -. E ciò a cui loro danno carne e anima è assolutamente decisivo. Anche se le bombe cadute e le terribili Bombe minacciate fanno assai più rumore e continuano a fare strage di vita e di speranza. Per questo ogni morto conta e merita pietà e preghiera e strenuo impegno». «Non sappiamo quando sarà il Giorno del giudizio - osserva ancora il direttore del giornale dei vescovi -, quello in cui “i Santi arriveranno marciando”, ma possiamo capire che quel giorno comincia adesso e che ognuno di noi può fare qualcosa di essenziale, tessendo reti di rispetto e di pace e magari anche camminando in piazze di pace, perché la morte inflitta non diventi, ancora e ancora, prova e misura di disumanità».

    12.17 – Lavrov: «Ora la situazione per noi è come crisi dei missili a Cuba. Minaccia immediata ai nostri confini»
    «La situazione odierna è simile alla crisi dei missili a Cuba, poiché le minacce immediate sono proprio ai confini della Russia», afferma il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov citato dalla Tass. La Russia non vede ancora la volontà degli Usa e dei suoi alleati di «mostrare responsabilità e saggezza nel risolvere la situazione in Ucraina», ha aggiunto Lavrov

    11.58 – Stop a 1,2 miliardi di chili grano e mais per l’Italia dopo la sospensione dell’accordo da parte della Russia
    La sospensione dell'accordo sul grano da parte della Russia interrompe le spedizioni anche verso l'Italia, dove arrivavano dall'Ucraina quasi 1,2 miliardi di chilli di mais per l'alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole nell'ultimo anno prima della guerra. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sugli effetti della decisione della Russia di interrompere l'accordo raggiunto con Nazioni Unite, Turchia e Ucraina per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero.

    11.53 – Borrell: «Russia torni indietro sulla sospensione all’accordo sul grano»
    «La decisione russa di sospendere la partecipazione all'accordo sul mar Nero mette a rischio la principale via di esportazione dei cereali e fertilizzanti necessari per affrontare la crisi alimentare globale causata dalla sua guerra contro l'Ucraina. L'Ue esorta la Russia a tornare indietro sulla sua decisione», scrive su Twitter il responsabile della politica estera europea Josep Borrell, dopo che ieri Mosca ha sospeso l'accordo che permetteva l'esportazione di grano ucraino attraverso il mar Nero.

    11.41 – Cremlino: «Sì ai negoziati se Usa ascoltano le preoccupazioni»
    Russia e Stati Uniti potrebbero sedersi allo stesso tavolo in quella che potrebbe diventare una piattaforma di negoziato, se «il desiderio degli Stati Uniti» fosse quello «di ascoltare le nostre preoccupazioni». Lo dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un'intervista alla tv Rossiya-1 riportata dalla Tass. Alla domanda su quale potrebbe essere una piattaforma per i negoziati, Peskov risponde: «ll desiderio degli Stati Uniti di tornare allo stato di dicembre-gennaio e porsi la domanda: quello che offrono i russi potrebbe non essere adatto a tutti noi, ma forse vale la pena sedersi con loro al tavolo negoziale».

    11.35 – Kiev: «Uccisi ieri 950 soldati russi»
    Il bollettino dello stato maggiore ucraino rivendica l'uccisione nella giornata di ieri di un numero record di soldati russi, ben 950, con le maggiori perdite sui fronti del Donetsk e Lyman. Il dato è contenuto nell'aggiornamento giornaliero delle perdite avversarie che, secondo Kiev, ammonterebbe ad un totale di 71.200 di soldati russi morti dall'invasione del 24 febbraio. Per quanto riguarda gli armamenti russi distrutti, vengono elencati 2.672 tank (+13 ieri), 5.453 veicoli corazzati (+52), 1.724 (+16) sistemi d'artiglieria, 383 (+3) lanciarazzi multipli, 197 (+2) sistemi di difesa aerea, 274 aerei (+1), 252 elicotteri (+0), 1.412 droni(+6), 352 missili da crociera(+1), 16 navi o imbarcazioni(+0), 4.120 camion e autocisterne (+13), 154 unità di equipaggiamento speciale (+2).

    11.27 – Tajani: «Non può esserci pace senza giustizia»

    «In Ucraina è chiaro che il nostro obiettivo è raggiungere la pace, ma non può esserci pace senza giustizia, dunque senza indipendenza di Kiev», dichiara al Corriere il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo alla domanda se l’Italia sarà ancora candidata ad un eventuale ruolo di garanzia per un eventuale negoziato. «Bisogna sempre partire da un dato - sottolinea Tajani - c'è un invasore e una parte che ha subito un'aggressione. Quando sarà il tempo, saremo chiamati a un ruolo non secondario incluso il processo di ricostruzione dell' Ucraina. La Russia è un Paese che si è volontariamente allontanato dall'Occidente, ma questo non significa che non si debba lavorare per la pace. Detto questo, lo ribadisco, tutte le nostre scelte, nostre di Forza Italia, così come quelle della Lega e del partito della Meloni sono inequivocabili, schierate insieme alla Ue e agli Stati Uniti, a favore dell'Ucraina».

    11.08 – Gruppo Wagner: «Reclutati detenuti con Hiv»
    L'oligarca russo Yevgeny Prigozhin ha pubblicato un post online in cui sembra ammettere le accuse secondo cui la sua società militare privata, il Gruppo Wagner, avrebbe modificato i suoi standard e reclutato detenuti russi affetti da gravi malattie, tra cui l'Hiv e l'epatite C: ciò evidenzia evidenzia un approccio che ora privilegia la quantità rispetto all'esperienza o alla qualità dei combattenti. Lo scrive su Twitter l'intelligence del Ministero della Difesa britannico nel suo report quotidiano sulla situazione in Ucraina. Prigozhin, molto vicino al presidente Vladimir Putin, ha recentemente discusso i piani per creare una "linea Wagner" difensiva lunga 200 chilometri nell'Ucraina orientale. Questa impresa richiede una grande forza lavoro, osserva l'intelligence britannica.

    10.09 – Kiev: Russia blocca grano per sfamare 7 milioni di persone
    «Sospendendo la sua partecipazione all'accordo sul grano con il falso pretesto di esplosioni avvenute a 220 chilometri dal corridoio del grano, la Russia blocca 2 milioni di tonnellate di grano su 176 navi già in mare, sufficienti per sfamare oltre 7 milioni di persone». Lo afferma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter, aggiungendo che «la Russia lo ha pianificato con largo anticipo».

    Dal cielo e dal mare, l'attacco dei droni alla flotta russa


    9.55 – Mosca: Usa e Ue stanno giocando con il tema delle armi nucleari
    I politici americani ed europei stanno giocando in maniera irresponsabile con il tema delle armi nucleari. La Russia è preoccupata per la Polonia che «chiede di essere candidata» per il posizionamento della bomba nucleare Usa. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, citato dalla Tass.

    9.30 – L’Ue esorta la Russia a revocare sospensione accordo sul grano
    «La decisione della Russia di sospendere la partecipazione all'accordo sul Mar Nero mette a rischio la principale via di esportazione di cereali e fertilizzanti, tanto necessari per affrontare la crisi alimentare globale causata dalla sua guerra contro l'Ucraina. L'UE esorta la Russia a revocare la sua decisione»: lo afferma, su Twitter, l'alto rappresentante dell'UE Josep Borrell.

    Crimea, respinto l'attacco dei droni ucraini su Sebastopoli: il video dell'incursione


    8.54 – Media: generale russo Lapin rimosso dal suo incarico. Recenti le critiche del leader ceceno Kadyrov al suo operato
    Il generale russo Alexander Lapin è stato rimosso dal suo incarico di comandante del Gruppo Centro, secondo fonti del Moscow Times e di Meduza. Anche l'emittente statale cecena Grozny ha riportato le dimissioni di Lapin senza citare le fonti. Due mesi fa il presidente Vladimir Putin ha conferito a Lapin il titolo di 'Eroe della Russia'. Secondo il leader ceceno Ramzan Kadyrov, l'onorificenza era legato alla cattura di Lysychansk, anche il generale «in realtà non era lì». Kadyrov recentemente ha criticato Lapin definendolo un generale «senza talento» a causa della ritirata russa dalla città di Lyman, nella regione settentrionale di Donetsk. Successivamente ha accusato Lapin di aver permesso alle forze ucraine di sfondare una parte del fronte.

    Mosca contro Kiev: "Attacco terroristico nel Mar Nero". E parla di coinvolgimento britannico


    23.03 – Lettonia: cittadino bielorusso condannato per spionaggio
    Il Tribunale di Riga, in Lettonia, ha condannato a otto anni di reclusione un cittadino bielorusso per spionaggio a favore dei Servizio segreti militari del suo Paese. Lo rende noto la stampa lettone. L'uomo era stato arrestato il 15 febbraio scorso per aver filmato e fotografato oggetti del sistema di difesa lettone, infrastrutture elettriche strategiche e importanti infrastrutture civili, nonché per aver raccolto informazioni riservate su almeno 17 siti governativi. La condanna potrà essere impugnata entro dieci giorni dalla sua pubblicazione.



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