Coronavirus, il bollettino di sabato 9 luglio: 98.044 nuovi contagi e 93 morti. Salgono ancora i ricoveri Sono 8.864 i ricoveri (+232) e 344 le terapie intensive (-17)

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    MESTOLO DI BRONZO

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    Coronavirus, il bollettino di sabato 9 luglio: 98.044 nuovi contagi e 93 morti. Salgono ancora i ricoveri
    Sono 8.864 i ricoveri (+232) e 344 le terapie intensive (-17)



    (lapresse)

    Aumentano ancora i ricoveri ma scendono, anche se restando vicini alle 100mila unità, i casi Covid registrati nelle ultime 24 ore. Secondo quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono 98.044 i nuovi contagi, contro i 100.690 di ieri e gli 84.700 di sabato scorso. I tamponi effettuati sono 389.576 (ieri 371.874), con un tasso di positività che scende dal 27,1 al 25,2%. I morti delle ultime 24 ore sono 93 (ieri 105) e il numero delle vittime totali da inizio pandemia sale così a 169.062. Diciassette in meno le terapie intensive (ieri +18), che diventano così 344 in tutto con 41 ingressi del giorno, ma 232 in più i ricoveri ordinari (ieri +80) per un totale di 8.864 (il 25esimo giorno consecutivo di incremento).

    Al sali scendi nei contagi «dobbiamo abituarci – è la visione di Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova -. L'indicatore deve essere non tanto quanta gente va in ospedale, ma quanta gente va in ospedale e in terapia intensiva con forme gravi e con forme broncopolmonari». Anche i dati emersi dall'ultimo monitoraggio della Cabina di regia segnalano un aumento di ricoveri e terapie intensive. Ma l'esperto è dell'idea che si debba andare oltre il semplice numero aggregato: «Questi bollettini dei positivi in ospedale non hanno più nessun senso. Sono assolutamente anacronistici per la situazione attuale, che è così anche grazie all'imponente copertura vaccinale» raggiunta. Oggi la regione con più casi Covid è la Lombardia con 12.646 contagi, seguita da Campania (+12.814), Lazio (+9.808), Veneto (+9.214), Sicilia (+8.584) e Puglia (+8.251). I casi totali dall'inizio della pandemia arrivano a 19.357.938. I dimessi/guariti delle ultime 24 ore sono 83.165 (ieri 53.233) per un totale che sale a 17.926.011. Gli attualmente positivi sono 15.643 in più (ieri +48.525) per un totale che arriva a 1.262.865. Di questi, 1.253.657 risultano in isolamento domiciliare.

    Riguardo le Regioni, i nuovi casi di Covid in Piemonte sono oggi 5.223, con un tasso di positività del 16,7% rispetto ai 31.349 tamponi diagnostici processati. Due i decessi, in calo i numeri dei ricoverati: -2 in terapia intensiva, dove il dato totale è ora di 11, negli altri reparti - 10, numero complessivo 476. L'occupazione dei letti negli ospedali piemontesi è, rispettivamente, dell'1,8% e del 7%.

    In Lombardia, invece, si contano 12.646 casi e 29 morti. Dall'inizio dell'epidemia i decessi in regione raggiungono così quota 40.952. I tamponi processati sono stati 54.485, per un indice di positività del 23,2%. I pazienti Covid in terapia intensiva salgono a 27 (+2), mentre i ricoverati a 1.263 (+44).

    Impennata di ricoveri in Campania. Sono 12.814 i nuovi positivi, su 42.239 test effettuati, e il tasso di incidenza scende al 30,33%, contro il 33,49 del giorno precedente. Il bollettino regionale segnala sei vittime, di cui quattro nelle ultime 48 ore e due risalenti ai giorni precedenti. Ma risalta l'ennesima impennata dei ricoveri in degenza, che in 24 ore salgono a quota 655 (+61) con un aumento di circa il 10 per cento rispetto ai 594 del giorno precedente. In calo l'occupazione delle terapie intensive, che scende a 36 (-3). E' sempre alto il numero dei contagi anche in Veneto, dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 9.214 casi rispetto ai 9.339 ai ieri. Impennata delle vittime che oggi sono 12, elemento che porta il dato complessivo a 14.859. Il totale delle infezioni dall'inizio dell'epidemia sale a 1.935.448. Cresce il numero dei positivi che si attesta a 97.151 (+1.719). Sale anche il numero dei pazienti ricoverati in area medica, ora 846 (+15), cala quello riferito ai ricoverati in terapia intensiva, 37 (-2).

    In Sicilia – al quinto posto per contagi – sono 8.584 i nuovi casi, a fronte di 31.271 tamponi processati. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 8.060. Il tasso di positività sale fino quasi al 27,5%, il giorno precedente era al 26,3%. Gli attuali positivi sono 119.386 con una diminuzione di 7.925 casi, i guariti sono 17.359 mentre 5 sono le vittime che portano il totale dei decessi a 11.285. Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 1.011, 10 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 41, uno in più rispetto al giorno prima.

    ‘Timida’ frenata dei contagi, invece, nel Lazio. Su 4.705 tamponi molecolari e 30.074 tamponi antigenici per un totale di 34.779 tamponi, si registrano 9.808 nuovi casi positivi (-300), sono 8 i decessi (-6), 814 i ricoverati (+18), 65 le terapie intensive (-8) e +7.183 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 28,2%. I casi a Roma città sono a quota 4.809. "C'è una timida frenata nei contagi – ha commentato l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato -, attendiamo il consolidamento del dato".

    Sono 8.251 i nuovi casi di Covid19 rilevati in Puglia, su 27.356 test giornalieri registrati, con una incidenza del 30,1%. Le vittime sono state 8, mentre delle 81.405 persone attualmente positive, 425 (una in più di ieri) sono ricoverate in area non critica e 17 (una in meno di ieri) in terapia intensiva. Le province più colpite dai nuovi casi sono Bari ( 2.513), Lecce (1.850) e Taranto (1.278).

    Sono ancora quasi 7mila i nuovi casi di Coronavirus in Emilia Romagna - 6.910 - rilevati sulla base di oltre 23.600 tamponi nelle ultime 24 ore. Un dato che però è più basso del 'reale' perché - informa il bollettino della Regione - per un disguido informatico non è stato trasmesso in maniera completa il dato dell'Ausl di Reggio Emilia, che sarà quindi recuperato nei prossimi giorni. Per quanto riguarda i ricoveri, sono abbastanza stabili le terapie intensive dove ci sono in totale 41 pazienti, tre in meno da ieri. Ancora in crescita i ricoverati negli altri reparti Covid: in totale 1.228, 15 in più. Si registrano sei decessi, fra i quali un uomo di 66 anni in provincia di Modena.

    E resta sempre su livelli alti anche il dato dei contagi in Calabria dove, con l'aumento dei ricoveri, cresce la pressione sulle strutture ospedaliere. Sono 2.999 i nuovi positivi riscontrati nelle ultime 24 ore nella regione, con 9.071 tamponi processati e il tasso che rimane intorno al 33%. Quattro i decessi che portano il totale delle vittime dall'inizio della pandemia a 2.702. Aumentano sensibilmente in ricoveri nei reparti di cura, +21 (288) e nelle terapie intensive, +2 (12). I guariti sono 382.618 (+1.124) mentre gli attualmente positivi 54.532 (+1.871) e gli isolati a domicilio 54.232 (+1.848). In Sardegna si registrano oggi 2.033 ulteriori casi confermati di positività, sono stati processati 9.191 tamponi. I pazienti nei reparti di terapia intensiva aumentano a 12 (+1), mentre i ricoverati scendono a 159 (-3). Si registra il decesso di due residenti all'interno del territorio dell'Asl di Cagliari.

    Nelle ultime 24 ore sono stati individuati nelle Marche 2.827 casi di Covid-19, con 6.428 tamponi processati nel percorso diagnostico e un tasso di positività al 44% (ieri era al 45,8% con 3.025 casi). L'incidenza cumulativa su 100 mila abitanti è cresciuta per il ventottesimo giorno consecutivo, passando da 1.179,72 a 1.230,98. Sono complessivamente 159 (+15) i pazienti assistiti negli ospedali della Regione e 34 (+5) nei pronto soccorso. Nelle terapie intensive ci sono 6 pazienti (come ieri) e il tasso di occupazione dei posti letto è al 2,6%; sono 17 (+1) i pazienti nelle aree di semi intensiva e 136 (+14) i ricoverati nei reparti non intensivi, con l'occupazione dei posti letto in area medica al 15,6%. Nelle ultime 24 ore state registrate 3 vittime correlate al Covid e il bilancio dall'inizio della crisi pandemica è di 3.953 morti.

    Oggi in Friuli Venezia Giulia su un totale di 8.874 test e tamponi sono state riscontrate 2.057 positività al Covid 19. Nel dettaglio, su 2.956 tamponi molecolari sono stati rilevati 384 nuovi contagi. Sono inoltre 5.918 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono emersi 1.673 casi. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 6 (stabili), mentre i pazienti ospedalizzati in altri reparti sono 175 (+6). Sono 2.616 i nuovi casi accertati nelle ultime 24 ore in Abruzzo, emersi dall'analisi di 1.584 tamponi molecolari e 9.043 test antigenici: il tasso di positività è pari al 24,62%. Non si registrano decessi, ma continuano ad aumentare i ricoveri, che tornano complessivamente sopra quota 200.

    In Toscana, invece, sono 5.071 - età media 50 anni - i nuovi casi di Coronavirus e due i decessi. In aumento i ricoveri che sono 639 (8 in più rispetto a ieri), di cui 21 in terapia intensiva (-6). Dall'inizio dell'epidemia nella regione i contagi sono 1.255.695 e 10.229 i deceduti. I guariti raggiungono quota 1.168.955 (93,1% dei casi totali) e gli attualmente positivi sono 76.511. Tornano a scendere i ricoverati in Umbria, 223, due in meno di venerdì. Di questi, sei (uno in più) si trovano in rianimazione. Gli attualmente positivi superano intanto quota 20mila: sono 20.337 (544 in più nelle ultime 24 ore), con 1.789 nuovi casi giornalieri, 1.245 guariti e nessun decesso. Sono stati analizzati 5.930 tamponi (fra test antigenici e molecolari), con un tasso di positività in calo, al 30,16 per cento (era 32 venerdì).

    Sono 703 i nuovi casi registrati in Alto Adige. Secondo quanto riporta l'azienda sanitaria provinciale, le persone risultate positive ai test pcr sono 44 (su 376 tamponi effettuati), cui si aggiungono altri 659 test antigenici positivi (su 2.389). Continua la crescita dell'incidenza, oggi a 817 casi ogni 100mila abitanti (+24 rispetto a ieri), un dato mai così alto dalla fine di marzo. Non ci sono vittime, mentre i guariti sono 558. Le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 5.886 (+145).

    Far circolare o no il virus? Gli esperti si dividono
    Nella giornata è continuato lo scontro tra virologi dopo le parole dell'infettivologo Pierluigi Viale, direttore delle Malattie infettive del Sant'Orsola di Bologna che - in un'intervista a 'La Repubblica' -, ha affermato che «il virus va fatto circolare» perché «non è più quello del 2020". Questo per evitare di zbloccare gli ospedali». C’è chi, come l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, si schiera apertamente con il collega. «Ogni medico di questo mondo è d'accordo con Viale: noi dobbiamo tutelare fragili e anziani - spiega Bassetti -, ma il resto della popolazione che e' vaccinata o e' entrata in contatto con il virus perché si è contagiata può stare tranquilla. Per questo è un bene che circoli tra i giovani». A parere di Bassetti bisogna smettere di fare i tamponi agli asintomatici perché il rischio, concreto, è che si «blocchino gli ospedali che 'salterebbero' in aria certo non per le polmoniti da Covid», ragiona il primario. Importante sarà organizzare la campagna vaccinale di settembre/ottobre, ma «il ragionamento va fatto adesso e lo diciamo da tempo: se il nostro ministro della Salute ascoltasse di più i medici sul campo e meno chi 'filosofeggia', forse riusciremo una volta tanto ad anticipare il virus».

    E la 'frecciatina', neanche troppo velata, è a Walter Ricciardi, consigliere del ministro Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, che replica così: «Ma questi dopo tre anni ancora non hanno imparato la lezione?. Far circolare questo virus, più di quanto già non stia circolando da solo, porterebbe solamente a più malati e a più morti. Gli inglesi ci hanno provato lo scorso anno: sappiamo tutti come e' andata a finire, con migliaia di decessi", ricorda Ricciardi. «Il rischio inoltre sarebbe quello di amplificare i contagi in ospedale, dove notoriamente vanno soggetti più fragili e dove ci sono anche medici e infermieri che rischiano di rimanere bloccati con un danno per la sanità pubblica». C'è poi chi lo ritiene di fatto un 'falso problema', perché in Europa si è già scelto di far circolare il Covid. «Stiamo già facendo 'girare' il virus. Nel mondo ci sono tre diverse strategie: Cina e Corea del Nord cercano l'opzione 'zero Covid', alcuni Stati hanno invece lasciato correre il Coronavirus indisturbato come il Brasile o l'Europa dell'Est - dice Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano -. La nostra scelta, come anche quella degli Stati Uniti, è stata quella di ridurre la circolazione del virus attraverso una mitigazione, ma la circolazione c'è sempre stata. Stiamo andando verso l'endemia con onde che ci saranno per un certo periodo di tempo», conclude il virologo.


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