Coronavirus, il bollettino del 7 luglio: 107.240 nuovi casi, 94 morti. Tasso di positività al 28,35%

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    Coronavirus, il bollettino del 7 luglio: 107.240 nuovi casi, 94 morti. Tasso di positività al 28,35%
    Aumentano anche le reinfezioni, che in una settimana sono state 30.941, pari al 9,5% dei contagi totali, a fronte delle 8,4% dei 7 giorni precedenti


    PAOLO RUSSO


    (ansa)

    ROMA. Terzo giorno consecutivo di contagi sopra l’asticella dei centomila: oggi 107.240, quasi identici ai 107.786 di ieri e con il tasso di positività inchiodato al 28,4%. Ma salgono da 72 a94 i morti mentre aumenta la pressione sugli ospedali con 18 ricoverati in più nelle terapie intensive e ben 332 nei reparti di medicina. Il tasso di positività è al 28,35%.

    In Piemonte passano da 5.190 a 5.197 i nuovi casi di Covid, con una quota di positività del 23,5%. In aumento il numero dei ricoverati: 23 nei reparti ordinari (in totale ora 485), + 3 in terapia intensiva (11). I tassi di occupazione dei letti negli ospedali sono ora, rispettivamente, del 7,1% e 1,8%. È stato registrato un decesso.

    Superano ancora il tetto dei diecimila i casi di nuovi contagi da Covid in Veneto nelle ultime 24 ore: 10.052 rispetto ai 10.745 rispetto ai ieri. Sono invece 8 le vittime. Cresce il numero dei positivi che si attesta a 93.102 (+4.990). Sale anche il numero dei pazienti ricoverati in area medica, ora 828 (+481), e quello riferito ai ricoverati in terapia intensiva, 41 (+5).

    Calano da 9.016 a 8.671 i casi di Coronavirus in Emilia-Romagna nelle ultime 24 ore, su 13.312 tamponi, mentre si registra un aumento di ricoveri sia nelle terapie intensive, 42 pazienti (+8) che negli altri reparti Covid, 1.180 (+40), età media 75,4 anni.

    Altri 5.644 nuovi positivi (età media 47 anni, rapporto positivi/tamponi 24,85% in diminuzione) ed altri otto morti per Covid nelle 24 ore in Toscana, dove ieri i contagi erano 5.560. Gli attualmente positivi sono 72.891 (+5,6% su ieri). Tra loro i ricoverati sono 623 (+15 persone il saldo tra ingressi e uscite su ieri, pari al +2,5%) di cui 26 in terapia intensiva (saldo invariato).

    Sono 13.254, stabili rispetto ai 13.923 di ieri, i positivi del giorno in Campania sui 39.715 test effettuati, per un tasso di contagio pari al 33,37%, in leggera flessione rispetto al 34,67% fatto segnare ieri. I deceduti sono sei. Aumentano i posti letto di terapia intensiva occupati che oggi sono 34 a fronte dei 30 fatti registrare ieri (+4). In leggero aumento anche i posti letto di degenza occupati 606 (+6).
    Salgono appena da 8.559 a 8.826 i nuovi casi di Covid rilevati Puglia su 30.097 test giornalieri registrati, con una incidenza del 29,3%. Le vittime sono state 10.

    Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i nuovi casi di Covid-19 sono stati 595.349, con un aumento del 55% rispetto alla settimana precedente. I contagi settimanali crescono in tutte le regioni e sono 38 le province italiane che contano più di 1.000 casi per 100.000 abitanti. La crescita va di pari passo a un aumento del 33% del numero dei tamponi totali: da 1,6 milioni a 2,1 milioni. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.
    «L'aumento dei nuovi casi settimanali - dichiara il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta - per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio di 10 giorni».

    Aumentano anche le reinfezioni, che in una settimana sono state 30.941, pari al 9,5% dei contagi totali, a fronte delle 8,4% dei 7 giorni precedenti. Si registra, naturalmente, un aumento del tasso di positività, che sale dal 14,1% al 17,1% per i tamponi molecolari e dal26,2% al 29,8% per gli antigenici rapidi.

    «Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media che supera gli 85 mila casi al giorno», osserva Cartabellotta. Tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia. Rispetto alla settimana precedente, in tutte le Province si rileva un aumento percentuale dei nuovi casi di Covid-19, che vanno dal +11,1% di Cagliari al +120,7% di Sondrio.

    Le 38 province in cui si registrano 1.000 casi per 100.000 abitanti sono: Napoli (1.433), Lecce (1.395),Cagliari (1.270), Brindisi (1.262), Salerno (1.235), Padova (1.234), Siracusa(1.230), Latina (1.224), Caserta (1.222), Rimini (1.209), Roma (1.207), Chieti(1.164), Perugia (1.163), Forlì-Cesena (1.160), Catania (1.148), Ravenna(1.146), Sud Sardegna (1.143), Bari (1.134), Teramo (1.130), Pescara (1.122),Venezia (1.121), Treviso (1.105), Messina (1.093), Vicenza (1.081), Oristano(1.078), Ragusa (1.076), Ascoli Piceno (1.068), Rovigo (1.068), Palermo(1.068), Barletta-Andria-Trani (1.056), Taranto (1.055), Belluno (1.052),Agrigento (1.048), L'Aquila (1.047), Frosinone (1.035), Pavia (1.032), Ancona(1.008) e Matera (1.008).

    Una «crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il sommerso dei casi non dichiarati». «Quarte dosi al palo e con grande differenze regionali nelle coperture» e «un'alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata, che rischia di determinare un “lockdown di fatto” su vari servizi, inclusi quelli turistici». A descrivere gli effetti dell'ondata estiva di Covid, è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che mette in guardia: «in questa fase, oltre ad accelerare la somministrazione della 4/a dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine».

    «Sul fronte degli ospedali - afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - i posti letto occupati in `area critica´ dal minimo di 183 del 12 giugno sono saliti a 323 il 5 luglio. In `area medica´, invece, dal minimo di 4.076 dell'11 giugno, sfiorano il raddoppio salendo a quota 8.003 il 5 luglio. Al 5 luglio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 12,5% in area medica, ma va dal 6,6% del Piemonte al 32,2% dell'Umbria, e del 3,5% in area critica (dallo 0% della Valle D'Aosta all'8,1% dell'Umbria) . «Segnano un netto aumento anche gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - puntualizza Mosti - con una media di 40 ingressi al giorno rispetto ai 29 della settimana precedente».
    È un errore, secondo Gimbe, «la minimizzazione del quadro ospedaliero che si vede oggi nel dibattito pubblico» e in cui sottolinea l'attuale limitato impatto dell'ondata sulle terapie intensive e si rimarca sulla «capziosa distinzione tra pazienti ricoverati in area medica con Covid e per Covid».

    Per le prossime settimane «adeguare l'ampliamento dei posti letto di Area Medica e in Terapia Intensiva dedicati al Covid» e prevedere «la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da SARS-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili». È quanto chiede il ministero della Salute alle Regioni con una circolare «alla luce dell'attuale andamento epidemico e in considerazione degli ulteriori impatti assistenziali sugli ospedali». Il ministero ribadisce l'importanza del completamento dei cicli di vaccinazione e e dei richiami.

    Nella circolare «si conferma sul territorio nazionale una fase epidemica caratterizzata da un forte aumento dell'incidenza, in constante crescita già da 4 settimane e che ha raggiunto i 586 casi/100.000 abitanti, da una trasmissibilità in aumento e al di sopra della soglia epidemica sia calcolata su casi sintomatici (Rt medio 1,30) che su casi ricoverati in ospedale (Rt 1,22) e da un aumento dei tassi di occupazione dei posti letto in area medica (9,2%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 22%) e di terapia intensiva (2,5%, con incremento relativo del numero di ricoverati del 13,6%)». Alla luce dell'attuale andamento epidemico e in considerazione degli ulteriori impatti assistenziali sul livello ospedaliero si chiede quindi «l'attivazione delle misure organizzative per fronteggiare nelle prossime settimane un incremento della domanda di assistenza sanitaria legata all'infezione, sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l'adeguato ampliamento dei posti letto di Area Medica e di Terapia Intensiva dedicati al COVID, da modulare in base alle necessità contingenti, e la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da SARS-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili».

    In più con la prossima stagione influenzale «potrebbe aumentare la possibilità di osservare focolai rilevanti, specialmente se causati da ceppi nuovi o introdotti di recente». Questo perché «per il secondo anno consecutivo la pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento», come distanziamento e mascherine, «hanno ridotto drasticamente a livello globale la circolazione dei virus influenzali» e a causa della minore esposizione a virus respiratori stagionali «l'immunità della popolazione potrebbe esser diminuita». A dirlo è la Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute nella circolare sulla «Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2022-2023».

    «La situazione negli ospedali è drammatica. Abbiamo dieci volte più contagi rispetto a un anno fa, quattro volte più ricoveri nei reparti ordinari, un 20 per cento in più nelle terapie intensive dove tutto sommato si regge. Ma è' evidente per ragioni statistiche che arriveremo alla fine anche alle terapie intensive», lamenta il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. «In tutta Italia abbiamo i pronto soccorso che esplodono a causa del Covid. Rispetto alla stessa settimana di luglio dello scorso anno abbiamo 100 volte in più di contagi e ricoveri 4 volte superiori», ha detto a sua volta Enrico Coscioni, presidente Agenas e del Comitato scientifico Laboratorio Sanità 20/30, in occasione della manifestazione `Laboratorio Sanità 20/30´ a Città della Scienza. La manifestazione, ha sottolineato Coscioni, «costituisce un momento importante di confronto con le migliori menti che si occupano di programmazione sanitaria sebbene stiamo vivendo un momento in cui le criticità sono fortissime a causa del Covid».

    Un allarme che divide però le regioni in base ai colori delle loro giunte. Con i governatori di centro-sinistra impegnati a chiedere un intervento e quelli di centro-destra che minimizzano l’impatto dei contagi sugli ospedali. M il virus non ha colori e prosegue nella sua ascesa.


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