Dalle Marmore alla Stonehenge sarda. Quando l'Italia ha un sapore "estero"

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    Dalle Marmore alla Stonehenge sarda. Quando l'Italia ha un sapore "estero"

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    Biru e Concas, la "Stonehenge sarda"

    Dai villaggi dove sopravvivono comunità e lingue straniere, a luoghi che morfologicamente evocano famose icone del paesaggio internazionale: idee per un turismo di prossimità con un pizzico di esotico

    di ISA GRASSANO


    Vorreste viaggiare lontano ma i budget o la paura dell'aereo non lo permettono? Avevate prenotato una vacanza all'estero ma il Covid vi ha costretti a un cambio di programma? Per il prossimo agosto restiamo in Italia ma nei luoghi, magari proprio vicino casa, che sono il riflesso di celebri località del Pianeta. Sarà come sentirsi fuori dai confini nazionali. Sono tante le destinazioni nel nostro Bel Paese che "assomigliano" a mete Europee ma anche a quelle più distanti nel mondo.

    “Mire sa né erdit ka katundi yne”. Benvenuti nel nostro paese. Gli anziani seduti davanti agli usci di casa vi accoglieranno così. A San Costantino Albanese, nella Valle del Sarmento e cuore del Parco Nazionale del Pollino in Basilicata, è meglio andarci con un traduttore, perché qui la popolazione usa parlare ancora la lingua albanese arbërisht, e anche i nomi delle vie, come i cartelli turistici, sono parole straniere. Si fatica a capire cosa dicono gli abitanti, ma bastano il loro sorriso e la loro accoglienza per farvi sentire come a casa. San Costantino Albanese – Shën Kostandini, così come il vicino paese di San Paolo, Shën Pali, a soli sette chilometri, uno dei più piccoli comuni della regione, hanno il doppio nome, in italiano e arbëreshe. Passeggiando per le strade si possono ancora vedere le nonne che indossano il variopinto costume tipico: camicetta ornata da merletti, gonna pieghettata e grembiule. Insomma, la sensazione di essere in Albania.

    Avevate programmato un viaggio nella valle del Goreme in Cappadocia? Si può rivivere sempre in Basilicata, nel parco della Murgia e delle chiese rupestri di Matera. A prima vista, sembra un deserto roccioso, punteggiato di zolle di terra brulla e arse dal sole. Zolle e alture carsiche, incise da canyon profondi e dirupi vertiginosi, sulle quali i monaci di varie comunità religiose hanno scavato e costruito grotte, cenobi, eremi, cripte.

    Un altro luogo affascinante che riporta a mete estere è Rocchetta Mattei, nel Comune di Grizzana Morandi in Emilia Romagna. Sembra di entrare in un castello delle favole, per il suo stile arabo-moresco. Si resta incantati dinnanzi alla cappella che nelle forme ricorda la cattedrale dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima a Cordova, in Spagna. All'esterno, torrioni, verande e bastioni del lontano Oriente spuntano tra le dolci colline verdi in una sorta di Cremlino russo in miniatura.

    Castelpetroso in Molise, invece, è una piccola Lourdes, anche se non fa gli stessi numeri di fedeli che vanta la Francia. Esattamente come nel santuario francese, tutto e? nato a seguito di numerose apparizioni della Madonna a due contadine. Era il 22 marzo del 1888. Proprio come nella più famosa “casa di Bernadette”, una piccola sorgente d’acqua scaturì presso la grotta e molti pellegrini cominciarono ad affluire nel luogo, cosa che si verifica anche ora. Oltre all’aspetto religioso, non è trascurabile anche quello artistico. Belle sculture in bronzo riproducono la scena della prima apparizione, firmata da Urbano Buratti, alle quali si sono aggiunte quelle delle due veggenti e delle pecorelle, opera dello scultore Alex Kostner.

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    Rocchetta Mattei (BO)

    E se da soli non riuscite a scovare questi luoghi, ci si può lasciare consigliare da Isabella Dalla Vecchia e Sergio Succu, già ideatori del portale luoghimisteriosi.it, che hanno raccolto decine di destinazioni insolite ne "Il Giro del Mondo a km0 (Youcanprint) per fare viaggi avventurosi ma vicino casa.

    Tra le pagine della curiosa guida - che gli autori hanno voluto come omaggio all'Italia specie in questo periodo - si scopre che una destinazione molto scenografica è il Grand Canyon di Su Gorropu in Sardegna, una delle gole più alte d’Europa. Certo non ha l’imponenza e l’estensione del canyon americano, ma offre una rispettabilissima altezza di cinquecento metri e in alcuni punti una larghezza di quattro. Già, perché nonostante il Grand Canyon può stupirci con la sua maestosità, la larghezza tra una parete e l’altra è molto ampia, il punto più stretto è infatti di circa mezzo chilometro. Su Gorropu invece ha pareti così vicine che si possono quasi toccare allungando le braccia: percorrere, infatti, un corridoio largo quattro metri con uno strapiombo di cinquecento sopra la testa è un’emozione, che non è possibile trovare nemmeno in Arizona.

    Riportano sempre all'America, le Cascate delle Marmore in Umbria, il cui nome deriva dai sali di carbonato di calcio di cui sono fatte le rocce, simili a marmo bianco. A vederle così imponenti e spettacolari si è subito catapultati con la mente a quelle del Niagara, tra gli Stati Uniti e il Canada, ma il salto d’acqua è perfino più alto (85 metri contro i 52).

    Per immaginare di trovarsi sulla lontanissima Isola di Pasqua, basta andare a Vitorchiano nel Lazio, dove si può vedere un Moai realizzato dagli stessi isolani. Il comune di questa cittadina ospitò undici maori della famiglia Atan, originaria di Rapa Nui, che arrivarono in Italia con l’intenzione di avviare una promozione per la ristrutturazione delle loro statue. Durante la loro permanenza notarono che la roccia locale, “il peperino”, assomigliava molto, come caratteristiche geologiche, a quella vulcanica dell’isola. Era il 1990 e quando decisero di scolpire il Moai, impiegando strumenti antichi, asce e pietre, ottenendo “facilmente” un ottimo risultato.
    Il libro è diviso in continenti, solo che a presentare l'Europa, l’Asia o l’Africa, appare sempre il Bel Paese. Ogni capitolo è introdotto da una mappa dello stivale su cui sono siglate delle icone identificative delle località più famose e sotto il corrispettivo nazionale. Viene poi approfondita la storia e il perché sarebbe meglio visitare la proposta a km0 piuttosto che quella “ufficiale”.

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    San Costantino Albanese, Basilicata

    Così se raggiungere la Cina per ammirare la Muraglia, enumerata fra le sette meraviglie del mondo moderno, può essere più complicato in questa strana estate, ecco che la fortezza di Fenestrelle in provincia di Torino è a portata di mano. In Val Chisone in Piemonte, infatti, si trova la Grande Muraglia Piemontese chiamata così proprio per la somiglianza e per gli stessi propositi di costruzione: la difesa del proprio territorio. È una linea continua di fortificazioni in muratura, che chiudono la valle lungo la parte finale del monte Orsiera, sviluppandosi per oltre cinque chilometri lungo un dislivello di 635 m, collegando quattro opere fortificate: Forte Carlo Alberto, Forte San Carlo, Forte Tre Denti e Forte Valli. La parte interessante di tutto il complesso sono i camminamenti e i quattromila gradini da percorrere lungo tutto il percorso, a volte coperti, altre esterni (scala Reale). E dato che percorrere a piedi l’intero muro cinese - 8000 km a piedi - è pressoché impossibile (a meno che non si ha a disposizione davvero molto tempo), gli autori della guida suggeriscono di farlo qui poiché la sensazione è la stessa.

    Non occorre volare fino in Inghilterra per venire a contatto con la sacralità dei megaliti di Stonehenge che si trovano vicino ad Amesbury, nello Wiltshire, in una piana frequentata tra il 3000 e il 1500 a.C. Nella più vicina Valle D’Aosta c'è qualcosa di molto simile. Stando alla guida, vi è il «Cerchio di Annibale» (chiamato così perché la tradizione vuole che Annibale sia passato per questo valico), uno dei rari «cromlech» o cerchi megalitici nell’Italia continentale, esattamente sullo spartiacque tra la Dora Baltea e l’Isère. Ben quarantasei dolmen distribuiti su un’ellisse che misura 84 x 72 metri. Questo luogo risale quasi sicuramente in epoca preceltica (3000 a.C.) e si presume venisse impiegato come tempio e osservatorio astronomico. "Una delle pietre del cerchio è particolarmente grande, sostenuta da un’altra pietra, la cui disposizione non è casuale, perché da essa è possibile osservare il sole al sorgere nel solstizio d’estate che, come per Stonehenge, sembra sia una pratica molto in voga tra i rituali antichi. Chi visita questo luogo non troverà di sicuro l’affollamento della Stonehenge inglese ma potrà entrare in un mondo silenzioso e isolato, motivo per cui siamo convinti piacerà anche di più della stessa Stonehenge», rimarca Dalla Vecchia. Altri esemplari si ritrovano nell’area archeologica di "Biru e’ Concas", immersa in una zona meravigliosa per il suo selvaggio isolamento, in provincia di Nuoro. Pare che assorbendo energia dal terreno, acquisirebbero proprietà elettromagnetiche, producendo tra di loro dei campi di forza che, come batterie naturali, emettono energia positiva e curativa.

    Infine, è ampia la scelta per fare un tour delle piramidi egiziane sulle orme di quelle della piana di Giza. A Roma con la piramide di Caio Cestio, costruita tra il 18 e il 12 a.C. come sepolcro personale: colore bianco alle pareti, galleria per giungere alla stanza centrale, tutto ricalca le più famose. Ancora a Montevecchia, all’interno del parco del Curone in provincia di Lecco, in località Rovagnate. «A guardarle da lontano sembrano tre colline, ma l’osservazione satellitare ha svelato qualcosa di più: base, lati e pendenza sono identiche, situazione impossibile in natura», conclude Dalla Vecchia. Oppure a Cividale del Friuli, in provincia di Udine. Appena fuori ?dal centro abitato se ne trovano tre e la cosa particolare e misteriosa è che a tracciare una linea che congiunge Giza alle piramidi di Cividale, un tracciato lungo 2570 chilometri, si trova la città di Mesolongion, alla esatta metà. In greco significa «a metà strada», un caso?








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