Toscana, un viaggio coast to coast con deviazione nella magica isola d'Elba

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    Toscana, un viaggio coast to coast con deviazione nella magica isola d'Elba

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    Spiagge famose e turismo elegante in Versilia, una natura incontaminata e una natura selvaggia in Maremma. Non c'è che l'imbarazzo della scelta

    di GIULIA GRIMALDI


    È un viaggio coast to coast quello che ci porta in Toscana. Partiti dal Conero, arriviamo in Versilia seguendo un itinerario che traccia una traiettoria diagonale regalandoci immagini di enorme suggestione, un vero e proprio spot promozionale del Bel Paese. Lontani dalla folla, maciniamo chilometri tra borghi sonnecchianti e una natura immobile, regolando l’andatura al ritmo di dolci curve, tra campi e boschi secolari, ulivi e vigneti che compongono un’infinita terrazza che degrada verso mare.

    Dall’Appennino alle spiagge della Versilia
    Sinonimo di spiagge sabbiose e turismo elegante, è questo la Versilia. Ma noi iniziamo il nostro vagabondaggio girando le spalle al mare, incamminandoci verso le montagne. Il parco regionale delle Alpi Apuane, nominato Geoparco Europeo e Mondiale dall’Unesco nel 2011, è perfetto per il trekking, l’arrampicata e la mountain bike. Salire su una cima a 1800 metri e godersi lo spettacolo del mare è un’esperienza appagante: lo si può fare partendo da Levigliani e arrivando alla Pania della Croce con circa tre ore di cammino. Chi non se la sente di arrivare troppo in alto può visitare le cave di marmo della zona. Entriamo nella pancia del Monte Corchia e ci sorprende vedere come da secoli la montagna venga scavata e lavorata per estrarre il marmo, che da questo piccolo paese di 350 abitanti è arrivato a Londra, nello Shard di Renzo Piano. Se non vi basta immergetevi nelle gallerie dell’Antro del Corchia: ci sono da esplorare i 70 km della grotta più grande d’Italia.

    A valle percorriamo un tratto della via Francigena. A Pietrasanta, ovunque giriamo lo sguardo, troviamo sculture di artisti contemporanei che scelgono la cittadina come laboratorio e centro espositivo: provengono da tutto il mondo e vengono in questo borgo toscano per vedere realizzate le loro opere dalla maestria degli artigiani della zona e per esporli nelle gallerie d’arte (anche a cielo aperto) che punteggiano le vie del centro e dei dintorni in quello che è stato nominato Parco della Scultura Contemporanea.


    A Camaiore facciamo riposare gambe e pancia all’Ostello del Pellegrino, punto di ristoro per migliaia di camminatori che ogni anno percorrono la Via Francigena verso Roma. È uno degli ostelli più belli e recenti del cammino in Toscana, allestito negli spazi adiacenti alla Badia di San Pietro, una chiesa romanica perfettamente conservata che vi strapperà diversi cuoricini su Instagram. Ma la sosta dura poco: ci rimettiamo in cammino verso la collina e ci fermiamo a Candalla, circa un chilometro dal centro cittadino, dove si trovano alcune tra le falesie più belle e più difficili d’Europa per l’arrampicata e, grazie al torrente che scende dalle montagne, cascate e pozze d’acqua in mezzo alle rocce dove fare il bagno.
    In spiaggia ci arriviamo solo a sera, per goderci il tramonto dallo storico pontile di Forte dei Marmi, la Beverly Hills della Versilia. Ma il fortino del centro storico e lo stesso pontile ci ricordano che questa cittadina è nata come sbocco sul mare dei marmi estratti dalle montagne: qui i blocchi estratti dalle cave venivano stoccati e caricati sulle navi mercantili dirette in tutto il Mediterraneo.
    Proseguiamo verso sud facendo una tappa che esce dai canoni classici dei vigneti toscani: la cantina Petra, realizzata dall’architetto svizzero Mario Botta, è un progetto moderno, “un disegno razionale che evidenzia la misura, la bellezza, la profondità del paesaggio”. Rigenerati da un bagno nel golfo di Baratti, tra le meraviglie etrusche e le terme di Venturina, salpiamo per l’Isola d’Elba.

    Tutti i volti dell’Isola d’Elba

    Sul traghetto da Piombino all’Elba pregustiamo il mare turchese che ci attende e immaginiamo le spiagge, bianche da cartolina, nere di pirite, di ghiaia o le scogliere di granito. Ma qui gli scorci marittimi nascondono storie primordiali perché l’Isola d’Elba è la “Divina Commedia della geologia” e a indugiare distesi sulla spiaggia si rischia di perdere una parte del patrimonio custodito in questi luoghi.

    Muniti di costume da bagno e scarpe da trekking, partiamo per una passeggiata tra i fiori di elicriso. L’Enfola è il punto perfetto per far conoscenza con la natura dell’isola. Infatti, nell’antica tonnara, l’unica struttura di pesca d’altura e fondamentale anello di congiunzione tra la gente del posto e la sussistenza, oggi ha sede il Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Accompagnati dall’appassionata esperienza di Marino de I Viaggi del Genio, ci arrampichiamo sul Capo d’Enfola da cui si domina la costa settentrionale e i rilievi dell’interno, primo tra tutti il Monte Capanne, che offre 1080 metri di altezza e numerosi sentieri per il trekking. Al calar del sole, ci godiamo la “golden hour” al bistrot da Emanuel, con un aperitivo a base di vini locali. Del resto, la storia dell’Elba e quella del vino sono molto legate, ve ne accorgerete subito e sarà una felice scoperta.

    Ci spingiamo nell’entroterra dove insolitamente i castagneti lambiscono le strade, a testimonianza di quando i cereali non bastavano a sfamare tutti i lavoratori che si occupavano dell’attività estrattiva e si affermò questa pianta. Saliamo verso le origini dell’isola: i borghi più antichi, infatti, vennero costruiti dalla Repubblica di Pisa sulle alture per proteggere la costa dai pirati e richiedere i dazi alle navi. Si tratta di borghi fortezza, dove le case sono case torri, come la robusta chiesa di San Nicolò a Poggio. Ci arrampichiamo nei vicoli medievali di Poggio, Marciana e Rio Elba, dove le case color pastello e l’atmosfera lenta sussurra pettegolezzi di quando qui c’era Napoleone che, inebriato dalla bellezza del posto, scriveva alla moglie di raggiungerlo. La moglie non si presentò, ma l’Imperatore fu raggiunto dall’amante Maria Walewska proprio a Marciana per tre giorni di idillio.

    Pranziamo al bar La Porta di Marciana: la proprietaria ci può raccontare la storia di ogni piatto. Quella della tonnina è dura, come il passato povero dell’isola, dove i bambini giravano scalzi e per qualche proteina bisognava lavorare alla tonnara. Quella della schiaccia ubriaca, invece, è una storia che infervora i campanili, perché ogni borgo ha una ricetta diversa e ogni famiglia ha quella giusta. Se pensate che l’Elba sia una sola isola, infatti, vi sbagliate di grosso: c’è un animo contadino, uno minerario, uno marittimo e il passato scalda ancora gli animi. Sedete in un bar e parlate con la gente del posto, ma evitate di schierarvi!

    Quando, infine, arriviamo al mare, non ci aspetta un lettino ma un kayak: da Sant’Andrea pagaiamo con il mare contro, destinazione Pomonte. È una sfida, provateci. Il premio sarà veder sfilare, davanti a voi, tutta la ricchezza mineraria dell’Elba che il mare ha inciso direttamente sulle scogliere di granito. A Pomonte, ci aspetta la spiaggia del Relitto, un punto in cui fare snorkelling e ammirare un’imbarcazione mercantile colata a picco negli anni 50. Per cena, ci fermiamo all’hotel Corallo, dove ci accoglie una tavola preparate da alcune eccellenze del territorio, con la complicità dei prodotti Elba Magna Sono piatti carichi di storia, come tutta la nostra tappa elbana, dove tutto merita uno sguardo attento, che vada oltre il puro consumo e la pur gradevole vita da spiaggia.

    La Maremma
    Lasciamo l’isola portando con noi questo prezioso bagaglio di esperienze e puntiamo verso la Maremma, forse la parte più selvaggia e sorprendente della Toscana, che quasi nasconde i suoi tesori. Come nel caso di Massa Marittima che custodisce un patrimonio d’arte e architettura capace di soddisfare i viaggiatori più esigenti. Sulla piazza centrale, ammiriamo il Duomo dedicato a San Cerbone, elegante e arzigogolato. Per godersi il panorama, saliamo sulla Torre del Candeliere ma la visita, per quanto breve, non può dirsi conclusa senza aver percorso il camminamento sulle mura della Fortezza Pisana. Tornati sul litorale, trascorriamo una giornata nel Parco dell’Uccellina (che in realtà si chiama Parco Regionale Naturale della Maremma), un mondo da scoprire a passo lento, a piedi, in bicicletta o addirittura a dorso di cavallo. Punto di partenza è l’ex oleificio di Alberese, dove ha sede il centro visitatori.

    A Orbetello ci aspetta la cooperativa dei pescatori che gestisce uno spazio semplice e poetico affacciato sull’acqua e serve solo pesce della laguna. Per una volta, andiamo a letto presto perché vedremo sorgere il sole immersi nelle acque solforose delle Cascate del Mulino, tappa imperdibile per noi lettori di Ammanniti. Passeggiamo tra le vie cave, girovaghiamo tra Sorano e Sovana, borghi millenari dove la Maremma ci prende e ci porta via. Domani si riparte, arrivederci, Toscana.










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