Allarme treni ad alta velocità, Torino rischia un maxi taglio

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    MESTOLO DI BRONZO

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    Allarme treni ad alta velocità, Torino rischia un maxi taglio
    I nuovi orari di Frecciarossa e Italo in vigore da metà dicembre. Trenitalia: entro fine mese ci saranno modifiche





    TORINO. La brutta sorpresa si è abbattuta su chi - e sono molti - in questi giorni ha provato a prenotare un biglietto ferroviario dell’alta velocità, scoprendo che tra venti giorni - quando entrerà in vigore l’orario invernale - Torino rischia di essere pesantemente relegata ai margini, tagliata fuori da una parte non secondaria dei collegamenti diretti con le altre principali città italiane.

    Il 15 dicembre la città potrebbe ritrovarsi ancora più isolata, se la situazione attuale venisse confermata. È il giorno in cui Trenitalia e Ntv passano al calendario invernale modificando corse e orari di Frecciarossa e Italo. Con effetti che al momento rischiano di essere pesantissimi: i treni diretti in partenza e arrivo ogni giorno, al momento (verifica di ieri sera) passerebbero da 136 a 86, con una drastica riduzione delle corse principalmente verso Milano, Venezia, Bologna e Firenze.

    Una precisazione è d’obbligo, a questo punto: l’11 novembre Trenitalia ha comunicato che il 94% della futura offerta delle Frecce e quasi il 90% di quella a lunga percorrenza era già disponibile sui canali di vendita. Ieri ha precisato che l’orario non è ancora completo ed entro fine mese la situazione sarà definitiva. Potrebbero quindi esserci ancora delle novità, anche importanti considerato che le Ferrovie muovono qualcosa come 8 mila treni l’anno.

    Il problema però sembra esserci e risiede nello snodo cruciale del sistema d’alta velocità italiano: la stazione di Milano Centrale. Negli ultimi anni, l’impennata di passeggeri (più 300%) ha sovraccaricato la rete al punto tale da causare spesso ritardi e interferenze. «Il piano per la puntualità prevede soprattutto una riorganizzazione complessiva di tutte le tracce orarie con l’obiettivo di incrementare la regolarità del servizio, mantenendo l’attrattività commerciale grazie alla condivisione delle azioni intraprese con le imprese ferroviarie», spiega una nota di Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana.

    In sostanza, lo snodo di Milano Centrale è il cuore di una imponente revisione che - almeno per Torino - sembra generare una conseguenza evidente: la brusca riduzione di treni diretti da e per il capolugo piemontese. I Frecciarossa diretti per Milano rischiano di passare dagli attuali 29 al giorno per senso di marcia a 18, quelli per Roma da 19 a 15, mentre nel caso di Napoli si confermano gli 8 viaggi quotidiani. Ancora più critica la situazione delle fermate intermedie, come Bologna e Firenze: da 13 Frecciarossa a due per il capoluogo emiliano e da 15 a uno solo per quello toscano. La conseguenza è presto detta: rispetto a oggi - sempre se la situazione resterà immutata - i viaggiatori saranno spesso costretti a scendere a Milano e cambiare treno, con tempi di percorrenza che si allungano di una ventina di minuti e con il rischio di perdere le coincidenze in caso di ritardo.

    Più complessa la situazione di Italo, i cui orari sono già definitivi: i diretti per Bologna e Firenze restano immutati (6 e 5 al giorno per senso di marcia), quelli per Milano scendono da 13 a 12, quelli per Roma salgono da 9 a 13 e quelli per Napoli addirittura da 5 a 9.

    E poi c’è Venezia: non la si potrà più raggiungere direttamente con Italo, che fino a metà dicembre garantisce quattro diretti al giorno. Resteranno due Frecciarossa diretti (contro i 10 attuali), per il resto bisognerà fare scalo a Milano Porta Garibaldi.

    È un altro effetto dell’intasamento delle stazioni di Milano. Una situazione che a Torino rischia di produrre danni fortissimi.



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