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    MESTOLO DI BRONZO

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    Venezia 76, Leone d'oro a 'Joker'. Luca Marinelli miglior attore: "Dedico la vittoria a chi salva le vite in mare"

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    (afp)

    dalla nostra inviata CHIARA UGOLINI

    E la miglior attrice Ariane Ascaride: "Per i morti nel Mediterraneo". A 'J'accuse' di Roman Polanski il gran premio della giuria ritirato dalla moglie Emmanuelle Seigner. Riconoscimento speciale al film sulla mafia di Franco Maresco, ritirato dal produttore Rean Mazzone. La madrina Alessandra Mastronardi: "I vincitori siamo noi, gli spettatori"
    Il Leone d'oro di Venezia 76 è andato a Joker di Todd Phillips. L'italia vince con Luca Marinelli, Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile per Martin Eden, e con Franco Maresco per La mafia non è più quella di una volta.

    Il Leone d'oro ha il volto dolente e inquietante del Joker di Todd Phillips. La riscrittura del personaggio dei fumetti, reso più realistico e doloroso grazie all'interpretazione di Joaquin Phoenix, ha trionfato alla Mostra del cinema di Venezia. Emozionato sul palco insieme al suo interprete, il regista americano ha detto: "Dedico il premio agli attori e alla troupe. A Bradley Cooper, il mio Leone dietro le quinte, alle mie leonesse nella vita, mia moglie mia figlia. Non ci sarebbe il film senza Joaquin Phoenix, senza la sua forza, il suo coraggio. Ha una bellissima anima, grazie di avere avuto fiducia in me con il tuo talento folle".

    "Grazie al festival di averci fatto essere parte di questa festa e averci permesso importanti conversazioni sul cinema e sul mondo. Grazie ai registi dei film che ci hanno fatto riflettere sul mondo, il destino di queste opere è parlarne, è quello di cui abbiamo bisogno" ha detto la presidente della giuria di Venezia 76, Lucrecia Martel che ha assegnato il Gran premio della giuria a J'accuse - L'ufficiale e la spia di Roman Polanski. Premio che è stato ritirato dalla moglie Emmanuelle Seigner che molto sinteticamente ha voluto "ringraziare la giuria per questo premio mentre Polanski ci tiene a ringraziare gli attori e l'équipe". Evidentemente dopo le polemiche del primo giorno, la regista argentina Lucrecia Martel è riuscita a mettere da parte i propri sentimenti di femminista (al suo esordio aveva detto "non mi alzerò ad applaudire Polanski alla première" e infatti ha visto il film in proiezione per la stampa) e a premiare il racconto del caso Dreyfus, una pagina di storia drammatica della Francia attanagliata dall'antisemitismo.

    La giuria ha deciso di assegnare il premio speciale della giuria al film di Franco Maresco La mafia non è più quella di una volta che vuole fare il punto sull'antimafia a Palermo a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio e lo fa con un film tra finzione e realtà che mette a confronto due personaggi antitetici, la fotografa impegnata Letizia Battaglia e lo stravagante organizzatore di feste di piazza Ciccio Mira. Un film che aveva avuto una coda polemica con quello che era apparso un attacco al presidente Mattarella. Il produttore Rean Mazzone ha portato il ringraziamento del regista e ha chiesto un applauso per lui: "Spero che poi riusciate a vedere il film, anche io dico no a ogni tipo di censura".

    Il premio per la miglior regia è andato a About Endlessness del regista svedese Roy Andersson che torna a Venezia cinque anni dopo il Leone d'oro Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza con un film che ricalca la struttura e persino il tema: la vita umana tra bellezza e crudeltà, in una serie di siparietti surreale che strappano la risata, ma che evidentemente hanno colpito la giuria.

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    Luca Marinelli con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile in 'Martin Eden' di Pietro Marcello

    È stato Paolo Virzì a consegnare a Luca Marinelli, uno dei migliori interpreti della sua generazione (Non essere cattivo, Lo chiamavano Jeeg Robot) la Coppa Volpi per il miglior attore. Lo ha vinto per Martin Eden, l'adattamento di Jack London fatto dal regista Pietro Marcello. "Giuro che non sarò breve" ha esordito Marinelli. "Ringrazio il festival e la giuria è un'emozione gigantesca ricevere questo premio da voi, prima che vi rendiate conto dell'errore". Quindi ha voluto ringraziare in tutte le lingue dei giurati: "Grazie, merci, arigato. Grazie al mio regista per la sua onestà e coraggio, mi ha dato fiducia e mi ha regalato questa avventura, tutto il cast e la troupe, Napoli che si è donata corpo e immagine a questo film. Vorrei ringraziare fratelli, sorelle, maestri e maestre e poi vorrei ringraziare mia moglie e i miei due figli che accarezzano la mia anima con i loro sorrisi. Ho questo premio tra le mani grazie a Jack London che ha creato questo meraviglioso marinaio in cerca della verità. Per questo voglio dedicare a tutte le persone splendide che sono in mare a salvare persone che fuggono da situazioni terribili e per evitare che facciamo figure pessime con noi stessi e con il mondo. Viva l'umanità e viva l'amore".

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    Ariane Ascaride con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile in 'Gloria Mundi' di Robert Guédiguian

    La Coppa Volpi per l'interpretazione femminile è andata a Ariane Ascaride, l'attrice che da quasi quarant'anni fa coppia fissa (professionale e sentimentale) con il regista Robert Guédiguian, autore e produttore che sta al cinema francese come Ken Loach sta a quello inglese, uno dei pochi che ancora parla in termini marxisti mentre lei in sala stampa ha preso il microfono per cantare Bandiera rossa. I loro titoli più famosi sono Marius e Jeanette e La casa sul mare, qui con Gloria Mundi raccontano di un ex carcerato che finalmente uscito di prigione scopre di essere diventato nonno di una bambina, la cui famiglia lotta per restare in piedi nelle difficoltà economiche. "Io sono nipote di migranti italiani che per fuggire la miseria sono arrivati a Marsiglia - ha detto l'attrice - questo premio che mi dà la possibilità di ritrovare le mie radici. Io ho una ricchezza incredibile: sono figlia di stranieri ma sono francese. È importante avere più culture. Questo premio lo dedico a chi dorme per l'eternità nel fondo del Mediterraneo".

    Il film di animazione No.7 Cherry Lane del regista cinese Yonfan ha conquistato il premio per la miglior sceneggiatura. L'estroso regista, felicissimo sul palco: "Sono emozionatissima tutti si lamentano che la sceneggiatura non è buono e non c'è abbastanza dramma. Non potete capire quanto sono contento. Il mio film su Hong Kong e devo ringraziarlo per la libertà che mi ha dato nel creare, in 1964 sono tornato e ho potuto sentire il gusto della libertà. Nel nome della libertà e nella democrazia Hong Kong è stata messa sotto sopra e ora non abbiamo neppure la libertà di camminare in strada, spero che ci si possa sentire liberi di nuovo".

    Il premio Marcello Mastroianni per l'attore emergente, andato a Toby Wallace (già visto nella serie The Society), giovane protagonista di Babyteeth della regista australiana Shannon Murphy, storia di un'adolescente malata di cancro che vive il suo primo grande amore con un giovane spacciatore. In sala la regista e la sua giovane coprotagonista Eliza Scanlen.

    "Devo ammetterlo non avrei mai immaginato esperienza così potente, come se qualcuno mi avesse preso per mano e portato sulle montagne russe delle emozioni, ma che fortuna. Sono e siamo stati testimoni di un evento unico: la Mostra d'arte cinematografica della Biennale di Venezia. Tenete stretti i vostri ricordi, i paesaggi, i personaggi perché il cinema è evoluzione, connessione. Stasera arrivano i premi, ma i veri vincitori siamo noi, gli spettatori. Mi sono ricordata perché faccio il mestiere dell'attrice: per emozionare" così la madrina Alessandra Mastronardi ha aperto la cerimonia di premiazione, al quale ha partecipato anche il neoministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

    Costanza Quatriglio, presidente della giuria Venezia Classici, ha consegnato il premio per il miglior documentario sul cinema a Babenco - Tell me When I die di Barbara Paz dedicato al regista argentino ma naturalizzato brasiliano. Ricevendo il premio la regista si è scagliata contro la "censura brasiliana" e un po' in inglese, un po' in italiano e un po' in portoghese ha dedicato il premio al regista del Bacio della donna ragno. Il miglior restauro è stato giudicato quello di Extase, il film che ha lanciato la straordinaria Hedy Lamarr.

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    Barbara Paz

    Tra le ventisei esperienze di realtà virtuale la giuria guidata da Laurie Anderson ha deciso di premiare Daughters of Chibok di Joel Kachi Benson, A Linia di Ricardo Laganaro, The Key di Céline Tricart. "Una chiave significa casa - ha detto Tricart ritirando il premio - oggi 68 milioni di persone che noi chiamiamo rifugiati non hanno più una casa, ma spesso tengono ancora la chiave della loro casa. Proviamo a pensare un momento a tutto questo".

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    Amjad Abu Alala con il presidente di giuria Leone del futuro, Emir Kusturica

    Il Leone del futuro, premio De Laurentiis dedicato all'opera prima, assegnato dalla giuria presieduta da Emir Kusturica, è andato a You will die at 20 del regista sudanese Amjad Abu Alala presentato alle Giornate degli Autori. "Il mio Paese è senza cinema e quindi nonostante sia vent'anni che vedo in tv la Mostra del cinema di Venezia, non avrei mai potuto immaginare di essere qui" ha detto il regista.

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    Marta Nieto miglior attrice nella sezione Orizzonti per il film 'Madre'

    Nella sezione Orizzonti ci sono stati sette premi, assegnati dalla giuria capitana dalla regista Susanna Nicchiarelli, e sono andati a: Darling di Saim Sadiq, come miglior cortometraggio, Revenir di Jessica Palud per la miglior sceneggiatura, miglior interpretazione maschile a Sami Bouajila per il film Un fils di Bik Eneich, miglior interpretazione femminile a Marta Nieto nel film Madre di Rodrigo Sorogoyen, premio speciale a Verdict di Raymund Ribay Gutierrez, miglior regia a Théo Court per Blanco en Blanco, miglior film a Atlantis di Valentyn Vasyanovych.









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