Morto Elio Fiorucci, paladino della moda democratica. Il designer aveva 80 anni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    MESTOLO DI BRONZO

    Group
    Administrator
    Posts
    75,490
    Location
    Provincia di Milano

    Status
    Anonymous
    Morto Elio Fiorucci, paladino della moda democratica
    Il designer aveva 80 anni. Democratizzò la moda e anticipò su tutti lo street style



    di Maria Teresa Veneziani

    WCCOR11_0LN7D1RC-008-U43030410509211g9H-U43100566344347YwC-1224x916@Corriere-Web-Nazionale-593x443

    Lo stilista milanese Elio Fiorucci è stato trovato morto lunedì 20 luglio a casa sua a Milano in viale Vittorio Veneto, vittima di un malore. Aveva appena computo 80 anni. Non dava notizie da domenica e i familiari hanno dato l’allarme. Il commerciante funky Fiorucci rivoluzionò la moda alla fine negli anni ’60 democratizzandola. Intuì per primo il fascino dello street style.

    Stregato dalla Swinging London

    Figlio di un commerciante di pantofole, all’inizio Elio collaborò con il padre e subito ebbe un’intuizione pop: pensò a un modello di galosce in plastica coloratissime. La plastica e il colore rendevano subito attraente un oggetto ormai in disuso. Intuizione e sensibilità hanno caratterizzato tutta la vita del designer che ha segnato un’epoca della moda italiana. A metà degli anni Sessanta ha portato a Milano lo spirito libero e trasgressivo della Swinging London. Fu un viaggio in Inghilterra a folgorarlo, la scoperta di Biba, di King’s Road, Carnaby Street. «Quel casino che rompeva le vecchie regole — i negozi di abbigliamento tutti all’insegna dell’aristocrazia inglese o dello chic di Parigi — mi commossero», ricordava

    Direttore creativo prima di tutti

    «Quel caos creativo rappresentava un rapporto nuovo, libero con il problema del vestire, dell’eleganza», sottolineava. Ha sempre rifiutato il ruolo di stilista. «Sono un commerciante che ha l’umiltà di guardare con attenzione alla vita, ai comportamenti» si divertiva a sottolineare, ricordando che la sua intuizione fu quella di comprare e riportare in Italia gli oggetti che trovava nel suo girovagare.

    Da Milano a New York

    Nel 1967 apre il primo negozio in Galleria Passerella a Milano disegnato da Amalia Del Ponte. Già nel 1970 inizia la produzione di abiti per il tempo libero, jeans in particolare, con il marchio Fiorucci. Nel 1973 crea i primi jeans skinny, disegnati sul sedere delle ragazze e nel ‘76 apre la vetrina a New York sulla 59a Strada. Lo store colorato diventa un punto d’incontro che attrae tra gli altri Andy Warhol e Truman Capote. Ci passa anche una giovanissima Madonna che fa il suo primo concerto nell’83 allo Studio ‘54 proprio per il 15 anni di Fiorucci. A New York il commerciante funky come lo definisce Luisa Valeriani nel suo libro «Quarant’anni di arte, design, moda e spettacolo» conosce anche Keith Haring che nel 1984 firma il restyling dello store milanese con i suoi graffiti.

    Basquiat e Haring

    Warhol invitò Fiorucci anche a casa sua e da quelle pareti piene di quadri dell’800 Elio impara che «la modernità non è solo il nuovo, ma è la consapevolezza del passato». Conosce anche Jean Michel Basquiat giovanissimo, a cui dedica un film-documentario. Gli anni ‘80 segnano l’apice del successo del commerciante milanese con l’approdo a Los Angeles, in Rodeo Drive. Seguiranno Tokyo, Sydney, Rio, Hong Kong. Fino al 1990, quando a causa di un tracollo economico Fiorucci cedette il proprio marchio ai giapponesi di Edwin International, colosso dell’abbigliamento casual. Si tenne il megastore a due passi da San Babila, prima di cedere anche quello nel 2003 agli svedesi di H&M.

    I nanetti e gli angeli

    Chiuso lo store ma lo stile libero Fiorucci continua a vivere. Si reinventa con «Love Therapy»: al posto degli angioletti vittoriani (logo che lo ha reso famoso nel mondo), nani e cuori in un mondo rosa, all’insegna di «pace, amore e buon umore». Una filosofia di via a cui Elio ha creduto fino in fondo, fino alla scelta di diventare vegetariano per «non mangiare gli amici animali». «Negli anni ‘70 c’era bisogno di provocare per liberare, oggi serve la cura dell’amore», diceva. Con la coerenza di chi continua a interrogarsi a mettersi in discussione. Se vuole fare un libro sugli errori cominciamo da me, disse in un’intervista «Pur senza volerlo ho trascurato le miei figlie».



    Fonte
     
    Top
    .
0 replies since 20/7/2015, 22:29   12 views
  Share  
.