Skifood nelle terre ladine di Badia

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  1. lacasadelsole
     
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    Skifood nelle terre ladine di Badia



    valerio griffa

    Vino e sci non pare essere un’accoppiata riuscitissima, al primo sguardo. Sulle piste non ci sarà nessuno ad aspettarti con il palloncino da gonfiare, ma la discesa la devi fare comunque tu. Ma questa è la grande bellezza delle terre ladine di Badia, che coniuga le sue spettacolari piste con i vini altoatesini, che spesso raggiungono premi e segnalazioni nazionali.



    Il Wine Skisafari di domenica 30 marzo, chiamato in ladino Dé dl Vin (giorno del vino) è una festa per chiudere la stagione sciistica e un tentativo di unire due eccellenze: i panorami dolomitici, quelle visioni delle montagne pallide che da secoli incanta, e la piacevolezza di una degustazione. Nei rifugi Col Alt, Piz Arlara, Tablà, Bioch, Club Moritzino, dalle 10 alle 15,30, si potranno assaggiare i pinot noir, i gewürztraminer, i lagrein, i sauvignon, i sylvaner che fanno del SudTirolo un territorio vocato, come si dice, grazie anche alla maestria dei viticoltori. Se si pensa alla qualità alta dei vini e a quella dei prodotti che accompagneranno la degustazione, dallo speck ai kaminwurz, dai formaggi di malga alle zuppe ladine, e si contestualizza nei rifugi alpini a 2000 metri, pieni delle note di musicisti di generi diversi, si può pensare alla perfezione di certe giornate in montagna. Resta da risolvere la voce skisafari, vale a dire lo spostamento da un rifugio all’altro, e la discesa a valle. In questo campo, però, ognuno valuta le proprie capacità, sapendo che gli impianti di risalita servono anche a scendere.



    Altra proposta è la Roda dles Saûs, cioè il Giro dei Sapori in ladino, del 16 marzo.

    Si tratta di uno sciarmangiando, un percorso a tappe, basato sulla voglia di conoscere la cucina ladina, più che sulle performance sportive. Si fa nel comprensorio Santa Croce, sotto il monte omonimo, territorio inserito tra due parchi naturali e che meglio di tutti rappresenta le tradizioni ladine. Lo si può vedere nelle viles, baite alpine retiche composte da ciasa, majun (stalla) e tablé (fienile), che costellano il percorso, da un rifugio all’altro. Dalle 10,30, sciando di baita in baita e raggiungendo i rifugi, ci si potrà farsi una buona idea di quello che è la cucina ladina: dai crafuns ripieni di sugo di cervo ai turtres ripieni di ricotta e patate e fritti, dalle bales (canederli) al grästi, patate e carne arrostiti.



    I rifugi a disposizione sono Lèe, L’Tamà, La Munt, Nagler, Paraciora e Florian, tutti facilmente accessibili e bel esposti a sud, tra boschi e masi. Se poi, dopo la scorpacciata, avanza un po’ di attenzione, si può sempre dare uno sguardo alla chiesetta Santa Croce o alla parrocchiale di Badia, barocco di montagna.


    http://www.lastampa.it/2014/03/14/societa/...ffP/pagina.html
     
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