Sardegna, miracolo Todde. Il centrodestra sotto choc. Schlein: “Uno squillo di tromba” La candidata di M5S e Pd supera in serata Truzzu, fortemente voluto da Meloni ma non dalla Lega.

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    Sardegna, miracolo Todde. Il centrodestra sotto choc. Schlein: “Uno squillo di tromba”
    La candidata di M5S e Pd supera in serata Truzzu, fortemente voluto da Meloni ma non dalla Lega. FdI primo partito, poi i dem. II centrosinistra: lentezza sospetta degli scrutini. In bilico altri candidati


    FEDERICO CAPURSO, LUCA MONTICELLI, REDAZIONE WEB

    26 Febbraio 2024
    Aggiornato 27 Febbraio 2024 alle 08:40




    CAGLIARI. «Uno squillo di tromba» dice Elly Schlein, la segretaria Dem che ora commenta così, di fatto, la vittoria di Alessandra Todde alle Regionali in Sardegna: dopo un testa a testa durato tutto il giorno la candidata del centrosinistra ha superato in serata lo sfidante Paolo Truzzu, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni e nel corso della notte si è capito che lei avrebbe vinto. Il margine è dello 0,2%: 45,3% a 45,1. Segue staccato Renato Soru all’8,6% - sostenuto da Carlo Calenda e quasi certamente fuori dal consiglio - mentre Lucia Chessa con la sua lista è ferma all’1%. L’affluenza si attesta al 52,4%, in lieve calo rispetto al 53% di cinque anni fa.

    «Alessandra ha fatto una campagna straordinaria, senza risparmiarsi, sempre tra la gente. Io stesso sono stato tre giorni in Sardegna e abbiamo toccato con mano i problemi dei cittadini, ma anche l'entusiasmo e la voglia di voltare pagina». Così, in un colloquio con la Stampa, il leader del M5s Giuseppe Conte. Ribadisce di «non aver mai fatto una telefonata per imporre la candidatura di Todde, è stato un percorso e un trionfo nato in Sardegna, è merito loro». Todde è la prima presidente di Regione del Movimento 5 stelle, un traguardo storico per i pentastellati e molto importante anche per il campo largo del centrosinistra, tanto che Giuseppe Conte e Elly Schlein hanno preso insieme un aereo per volare nell’isola. E lei esulta: «Sarò la prima presidente della Regione Sardegna. Scritta una pagina di storia».

    Alta tensione tra gli alleati di centrodestra: ieri a pranzo Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi Matteo Salvini e Antonio Tajani. «Clima cordiale» fanno filtrare i leader, ma in realtà si respira un clima da resa dei conti per come si era arrivati alla candidatura di Truzzu: imposto da Meloni ai danni di Christian Solinas, presidente uscente sostenuto dalla Lega. La vittoria di Todde rischia non solo di cambiare gli equilibri del centrodestra in vista delle candidature nelle prossime elezioni regionali, ma di riflettersi sull’esecutivo.


    Gli umori politici hanno seguito l’altalena dei dati, con una polemica fortissima sui ritardi nella comunicazione dei numeri, specialmente nelle grandi città, dove Todde si è poi dimostrata largamente avanti: conquista Cagliari, Sassari e Quartu Sant’Elena - le prime tre per numero di abitanti - oltre alla sua Nuoro, dove stravince con il 54%. Uno smacco per Truzzu che è sindaco uscente di Cagliari, punito, dicono, per aver aperto tanti cantieri tutti insieme nell’ultimo anno bloccando di fatto la città, con il risultato di aver fatto perdere la pazienza ai cagliaritani.

    Il sospetto di alcuni esponenti del centrosinistra è che i dati delle città più popolose siano stati inseriti volutamente in ritardo, una strategia mediatica che il centrodestra avrebbe utilizzato per far emergere un testa a testa, mascherando una situazione che altrimenti sarebbe divenuta chiara già nel primo pomeriggio, aumentando i termini della sconfitta. Secondo la Regione, invece, lo spoglio lumaca è dovuto alle comunicazioni tardive dei Comuni, che hanno inserito i numeri sulle piattaforme dei siti locali anziché in quella regionale.

    Ma tant’è, alla fine la matematica non è un’opinione: con il 94 per cento delle sezioni scrutinate, Fratelli d’Italia e Pd si contendono la palma di primo partito (13,7% i meloniani, 13,9 i dem). Quindi M5S al 7,7%, Forza Italia al 6,5% e la Lega al 3,8%. Il Partito sardo d’Azione, movimento del governatore uscente Solinas, al 5,5%.

    La chiave di lettura della rimonta, raccontano alcuni analisti, pare sia stato un sondaggio che una decina di giorni fa dava per vincente sicuro Truzzu con almeno 6 o 7 punti di vantaggio. Ebbene, questa previsione avrebbe mosso tutto l’elettorato di sinistra penalizzando Soru: il voto utile si sarebbe quindi concentrato sull’esponente dei 5 stelle.

    Un altro sospetto che circola insistentemente è quello del voto disgiunto: il Partito sardo d’Azione e la Lega, raccontano gli esperti dei flussi, avrebbero sì votato i propri candidati al consiglio regionale, ma poi Todde come presidente. Una sorta di fuoco amico, una vendetta che ha sbarrato la strada a Truzzu. Il deputato sardo di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda parla di «voto strano, qui ci rivediamo in tribunale», sottolinea, mentre il compagno di partito Gianni Lampis annuncia che in alcuni Comuni si andrà al riconteggio dei voti in Corte d'appello. Problemi sarebbero stati riscontrati in particolare a Luras ( Sassari) e Narcao (Sud Sardegna).

    Certo non una novità per l’isola: nel 2019 ci volle un mese per proclamare ufficialmente i consiglieri proprio a causa dei ritardi, per non parlare della pioggia di ricorsi, l’ultimo dei quali si è chiuso l’anno scorso. Uno scenario che, viste le premesse, ha buone possibilità di ripetersi.

    «Non cambia nulla, siamo tutti calmissimi», dice Antonio Tajani a chi gli chiede delle ripercussioni su governo e maggioranza, anche alla luce del risultato di Forza Italia che doppia la Lega. «Andiamo avanti per vincere in Abruzzo e in Basilicata», risponde Tajani. Proprio in Basilicata, peraltro, il candidato azzurro sembrava in bilico, evidentemente qualcosa cambierà. Mentre i leader del centrodestra a Roma fanno i conti, a Cagliari i sostenitori di Truzzu sono alle prese con un sontuoso buffet preparato in un albergo del centro per festeggiare la vittoria, vivande e bottiglie di vino sono sparite al momento dell’aperitivo che è coinciso con il sorpasso di Todde.

    Esulta la segertaria Dem Elly Schlein: «Dalla Sardegna parte uno squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti. Un'alternativa a questa destra è possibile». Lo scrive la segretaria del Pd, Elly Schlein, postando sui social network le fotografie della festa di Alessandra Todde, eletta presidente della Regione Sardegna. «Dal 2015 il centrosinistra non strappava una regione alla destra. La strada, forse, e' quella giusta», aggiunge Schlein.



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