Addio alla "tesserina" nel telefono: la sim diventa virtuale e gli operatori si adeguano

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    Addio alla "tesserina" nel telefono: la sim diventa virtuale e gli operatori si adeguano

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    Anche in Italia debutta la sim virtuale, per iPhone, Motorola Razr e altri modelli, per ora solo con Wind 3 e Tim. Ecco i vantaggi e le caratteristiche

    di ALESSANDRO LONGO

    Il futuro della sim è arrivato anche in Italia. Wind 3 e Tim stanno per lanciare l'eSim, ossia la sim virtuale che non si inserisce fisicamente nello smartphone ma si carica in memoria come un codice. Vodafone invece ha deciso di rimandare al 2020, ma il dado è tratto: gli operatori italiani hanno finalmente smesso di fare resistenza a oltranza per quella che all'estero è una banalità.

    Ma non si poteva più attendere, il futuro della sim batteva forte alle porte come dimostra l'arrivo del Motorola Razr: il primo smartphone a non avere proprio la possibilità di ospitare una sim fisica. Funziona solo con una eSim, appunto. E questa modalità virtuale è necessaria per dotare di un secondo numero attivo gli iPhone, il Google Pixel.

    Ecco: per poter avere a listino l'attesissimo Razr - il cui originale form factor è dovuto anche alla scelta di rinunciare allo slot sim - gli operatori dovevano proprio cedere su questo fronte.

    Comincia Wind 3, che ha già presentato un'offerta dedicata - per ora solo a una clientela selezionata: 4,99 euro al mese per 50 GB, minuti e sms illimitati. Per Tim è questione di pochi giorni ancora, invece, per sapere l'offerta; al momento si sa che c'è un costo di attivazione uguale a quella di una sim normale, 10 euro.
    Già: l'eSim in teoria permetterebbe di abbattere i costi di creazione e distribuzione delle sim, ma i nostri operatori si dimostrano tradizionali fino all'ultimo. Così la eSim di Tim è distribuita su una card simile a quella che ospita del sim fisiche. Ma l'utente la carica sullo smartphone inquadrando con la fotocamera un codice Qrcode lì presente.
    Vodafone invece - confermandosi l'operatore più conservatore sulle modalità di accesso alternative (è stato l'ultimo a concedere all'utente il diritto a usare lo smartphone come hotspot Wi-Fi) - per ora adotta l'eSim solo su Apple iWatch; anche se questa è certo una modalità diversa rispetto alle eSim complete, che su smartphone danno un numero indipendente e permettono di telefonare.
    Il vantaggio per l'utente è ovvio: può avere una seconda sim - con un numero e una relativa offerta attiva - anche su cellulari che non sono fisicamente "dual sim". In teoria, inoltre, il costo di attivazione dovrebbe essere inferiore rispetto a una sim fisica, ma questo dipenderà dalle scelte degli operatori.

    Di fondo, quelli italiani hanno fatto resistenza alla novità temendo un ulteriore calo del ricavo medio per utente e un aumento della concorrenza sulle offerte (che da noi è storicamente più alta della media e le tariffe sono ridotte di conseguenza rispetto al resto d'Europa). Ne risulta una tendenza protezionistica che sta rallentando l'arrivo di innovazioni come l'eSim o il Wi-Fi Calling, che pure sarebbero molto comode per l'utente.




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