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Posts written by Martino45

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    Pressione arteriosa: quando e come si misura

    Storia di Maria Paola Zampella




    La pressione arteriosa è la pressione che il sangue esercita sui vasi sanguigni. Il sangue è pompato dal cuore, dal ventricolo sinistro alla arteria aorta, che si dirama in altre arterie, arteriole e capillari, permettendo così al sangue di distribuirsi verso tutto l’organismo. Il sangue, per poter raggiungere i vari distretti dell’organismo (e riuscire poi a ritornare al cuore stesso), deve essere pompato dal cuore, finendo per esercitare obbligatoriamente una pressione sulla parete delle arterie. Da qui il nome di “pressione arteriosa”.

    Pressione arteriosa, di cosa si tratta
    Si tratta di un valore valutabile e misurabile in modo diretto o indiretto. La misurazione diretta avviene di rado e solo in particolari circostanze, come durante gli interventi chirurgici, introducendo un catetere (un piccolo tubicino) nell’arteria e collegandolo ad un dispositivo misuratore, chiamato trasduttore di pressione. Generalmente però, la comune misurazione della pressione avviene in modo indiretto, attraverso appositi apparecchi, conosciuti come misuratori di pressione.
    Pressione arteriosa, come si misura
    Ma esattamente come avviene la rilevazione di questo valore e perché è possibile monitorarlo? Dal momento che il cuore batte ad intervalli regolari, all’atto di misurazione della pressione esercitata dal sangue contro la parete arteriosa, si può distinguere tra una pressione “massima”, detta sistolica, ed una pressione minima, detta “diastolica”. La sistolica corrisponde al momento in cui il cuore spinge il sangue dal ventricolo sinistro alle arterie. La seconda corrisponde alla pressione che permane nelle arterie, nel momento in cui il ventricolo si ricarica di sangue, proveniente dall’atrio sinistro, per procedere al battito successivo. La comunicazione tra ventricolo sinistro ed aorta è controllata dalla valvola aortica, che si chiude durante la fase di sistole per impedire il ritorno del sangue al cuore, mentre si apre durante la fase di diastole.

    Pressione arteriosa, da cosa dipende
    La pressione arteriosa dipende da due importanti fattori: la gittata cardiaca e la resistenza. La prima è il volume di sangue che il ventricolo sinistro spinge nell’aorta in certo intervallo di tempo. È influenzata dall’elasticità delle arterie, che si riduce con l’avanzare degli anni. La seconda è la resistenza al flusso di sangue data dai vasi sanguigni. Il passaggio di sangue nelle arterie avviene in modo discontinuo, di contro la pressione arteriosa oscilla continuamente, dando valori diversi. Per questo, quando occorre un monitoraggio più mirato della pressione, a fini diagnostici e/o terapeutici, è necessario monitorare la pressione più volte al giorno e per più giorni nella settimana. I valori pressori sono fisiologicamente più bassi durante il sonno e nelle prime ore del mattino e subiscono fluttuazioni legate ad alcuni aspetti, come ad esempio:

    – l’attività fisica: le persone che praticano regolarmente una attività sportiva hanno, di norma, una pressione più bassa della media, oltre ad essere brachicardici.

    – la temperatura corporea: in caso di febbre la pressione inevitabilmente si alza.

    – lo stato d’animo: ad esempio gli stati ansiosi possono determinare un rialzo pressorio.

    – l’età: con l’avanzare dell’età, i vasi sanguigni riducono la loro naturale elasticità, favorendo valori più alti.

    – il sesso: le donne in età fertile solitamente hanno valori più bassi.

    – la presenza di patologie: ogni malattia mette sotto stress l’organismo, con effetti più o meno consistenti sulla pressione arteriosa.

    – gli ormoni: alcune molecole come l’adrenalina, gli ormoni tiroidei e i cortisteroidi influenzano la pressione.

    Pressione arteriosa, i valori ottimali
    La pressione arteriosa viene misurata in millimetri di mercurio (mmHg). I valori ottimali sono 110-130 mmHg per la pressione sistolica e 60-80 per quella diastolica. Al di sopra di questi valori si parla di ipertensione arteriosa, al di sotto di ipotensione. Questi range di normalità sono definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che li aggiorna periodicamente. La pressione arteriosa è considerata, infatti uno dei parametri vitali più importanti, in grado di fornire informazioni importanti sullo stato di salute e sullo stile di vita di un individuo.

    Ipertensione arteriosa, a cosa può portare
    Una condizione di ipertensione arteriosa non trattata farmacologicamente e nutrizionalmente può portare, nel lungo, ad importanti danni a livello del cuore e dei vasi sanguigni. Difatti l’ipertensione viene chiamata anche “killer silenzioso”.

    Lo strumento più preciso per rilevare la pressione è lo sfingomanometro a mercurio, messo a punto dall’italiano Riva Rocci, oltre un secolo fa. Si compone di un bracciale di gomma, da posizionare al braccio del paziente, tra l’ascella e la piega del gomito. In corrispondenza della piega, è possibile sentire la pulsazione dell’arteria omerale. Infatti, qui viene posizionato lo stetofondendoscopio, lo strumento che rileverà e trasmetterà all’orecchio del medico o dell’operatore, i rumori generati dal passaggio del sangue nell’arteria. I più esperti possono rilevare, nel frattempo, la pulsazione dell’arteria radiale, palpando il polso dal lato del pollice. Non è altro che il comune gesto usato per rilevare il battito cardiaco. Molte persone ricorrono solitamente all’auto-misurazione della pressione con degli appositi apparecchi, dotati di bracciali simili allo sfingomanometro, sia da porre al braccio, sia da porre al polso (questi ultimi però sono meno precisi).

    Pressione, quando controllarla
    Generalmente, alle persone normotese (con i valori nei range di normalità) si consiglia di controllarla annualmente. Al contrario nel soggetto iperteso il controllo deve essere periodico, per permettere al Medico curante di impostare/correggere la terapia farmacologica in modo più opportuno. Invece, se si è in corso di diagnosi di ipertensione, sono necessarie più misurazioni nell’arco dei giorni e delle settimane, prima di iniziare un trattamento con farmaci antipertensivi. Una volta iniziata la terapia, è importante effettuare delle misure periodiche per valutare l’efficacia del farmaco. Ma qual è il momento della giornata più opportuno per misura la pressione arteriosa?

    Solitamente il momento migliore è al mattino, sia perché si arriva dal riposo notturno che dovrebbe ridurre la soglia di stress sia per valutare l’effetto di una eventuale terapia farmacologica, prima dell’assunzione della nuova dose del farmaco. In altri casi è necessaria una doppia misurazione giornaliera (mattino e sera), per tener sotto controllo eventuali rialzi pressori in serata.

    Alcuni accorgimenti
    Ad ogni modo, è bene seguire degli accorgimenti prima di rilevare la pressione:

    – Rilassarsi cinque minuti prima della misurazione, stando seduti in un ambiente tranquillo, ad una temperatura confortevole.

    – Non bere bevande contenenti caffeina nell’ora precedente alla misurazione; evitare il fumo almeno quindici minuti prima.

    – Appoggiare il braccio (possibilmente il sinistro) su un piano rigido.

    – In alcuni casi, per esempio negli anziani o in alcun persone con problemi di cali pressori in stazione eretta (ipotensione ortostatica), rilevare la pressione sia da seduti sia in piedi.

    – Utilizzare un bracciale adatto alla dimensione del braccio: per gli obesi sono necessari bracciali decisamente più grandi.

    – Effettuare almeno tre misurazioni successive, per una maggiore affidabilità.

    – Qualora si notino delle irregolarità o delle aritmie rivolgersi subito al proprio Medico Curante.

    In caso di aritmie, solitamente il Medico Curante consiglia il monitoraggio della pressione delle 25 ore mediante uno strumento noto come Holter pressorio. In questo caso il bracciale è collegato ad un apparecchio delle dimensioni di un pacchetto di sigarette, che contiene una piccola pompa ed un sistema di registrazione. Questo strumento fornirà un elevato numero di misurazioni nell’arco delle 24 ore (circa 70) e permetterà una diagnosi più approfondita del problema.




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    Varese, 40enne sfregia l’ex compagna e uccide a coltellate il padre di lei intervenuto per difenderla
    La vittima, 51 anni, è morta in ospedale per le lesioni gravissime mal volto. La donna è in prognosi riservata, grave. L’assassino aveva il divieto di avvicinamento


    ANDREA SIRAVO

    06 Maggio 2024
    Aggiornato alle 17:49


    (ansa)

    VARESE. Duplice aggressione con un coltello in strada, in via Ciro Menotti a Varese. Marco Manfrinati, ex avvocato di 41 anni, ha aggredito intorno alle 12,30 di lunedì 6 maggio l’ex moglie Lavina L. da cui si stava separando e alla quale non si poteva avvicinare su ordine di un giudice.

    Fuori l’ufficio dell’ex suocero l’uomo avrebbe teso un agguato alla donna, accoltellandola al volto. Le sue urla hanno attirato l’attenzione del genitore di 71 anni, Fabio Limido, intervenuto per difendere la figlia. A quel punto Manfrinati avrebbe aggredito anche lui, colpendo al viso e a una mano. Una brutale aggressione che non ha lasciato scampo all’ex genero.

    I soccorritori del 118 lo hanno trovato a terra in arresto cardio-circolatorio con ferite al viso e a un mano: è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Circolo mentre i paramedici gli praticavano il massaggio cardiaco. I medici però non sono riusciti a rianimarlo e non hanno potuto far altro che dichiarare l’ora del decesso.


    (ansa)

    Anche la figlia è stata portata nello stesso pronto soccorso in gravi condizioni ed è stata sottoposta ad un intervento in sala operatoria. In un secondo momento in via Menotti è arrivata la moglie della vittima, madre della ragazza. Quando ha capito la gravità delle condizioni dei suoi cari si è sentita male ed è stata trasportata anch’essa in ospedale, in condizioni non gravi.

    Manfrinati è stato immediatamente bloccato dai poliziotti delle Volanti della questura di Varese. Inizialmente arrestato in flagranza con l’accusa di tentato omicidio e lesioni gravissime, il suo quadro si è aggravato e ora deve rispondere di omicidio. Sulla vicenda indaga anche la Squadra mobile. Sull’uso di una sostanza acida gettata dal quarantenne contro la ex compagna al momento non ci sono riscontri, ma anche questo aspetto è al vaglio degli inquirenti.

    Manfrinati si era cancellato dall'Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio prima che fosse avviato un procedimento disciplinare a suo carico. Il 40enne, infatti, era a processo a Varese per stalking sia nei confronti dell'ex che nei confronti della madre della donna. Dopo le denunce della 37enne a suo carico era stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento.



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    Casteldaccia, morti 5 operai e due intossicati: uccisi dalle esalazioni uno a uno mentre entravano dal tombino. Uno dei morti ha 71 anni
    L’incidente è avvenuto nell’impianto Amap di sollevamento delle acque. Una delle vittime lavorava come interinale. Un altro è stato intubato. Uno dei sopravvissuti: «Mi sento un miracolato». Secondo la Cgil potrebbe avere ceduto il solaio


    A CURA DI CRISTINA INSALACO

    06 Maggio 2024
    Aggiornato alle 18:10



    Èdi cinque morti il bilancio del tragico incidente sul lavoro avvenuto a Casteldaccia, nel Palermitano. Un altro operaio risulta ferito lievemente. Un sesto è stato soccorso dai vigili del fuoco, intubato e trasportato d'urgenza al Policlinico. Salvo un altro operaio. Tre delle vittime sono state recuperate dai pompieri. Uno dei sopravvissuti: «Mi sento un miracolato». Questi i nomi delle cinque vittime della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia: Epifanio Assazia, 71 anni, che dovrebbe essere il contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera.



    Gli operai, sette in tutto, erano impegnati in alcuni lavori di manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie per conto dell'Amap. Ad un certo punto alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento. Uno di loro è riuscito a uscire dall'impianto e a dare l'allarme; gli altri sei sono rimasti intrappolati e sono svenuti a causa delle esalazioni. A soccorrerli sono stati i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno provato a rianimarli sul posto. Per cinque di loro non c'è stato nulla da fare; il sesto è stato trasferito d'urgenza al Policlinico dopo essere stato intubato.

    La possibile dinamica
    La strage di operai di Casteldaccia, alle porte di Palermo, è avvenuta in una vasca vicino all'azienda di vini Corvo. «Non è ancora chiaro per quale motivo gli operai fossero dentro la vasca», ha spiegato all'AGI Antonio Bertucci dei Vigili del fuoco. «Le analisi sull'operaio trasferito in ospedale - ha continuato Bertucci - faranno probabilmente capire quali sono state le cause dell'intossicazione. Quando sono in gioco le acque reflue, vi possono essere diversi elementi, dal metano all'idrogeno solforato».

    E adesso spuntano anche le possibili cause della strage. Sarebbero due le ipotesi sulle cause che avrebbero provocato la strage: l'inalazione di gas o un cedimento strutturale. Lo dice il segretario della Cgil siciliana Alfio Mannino appena arrivato a Casteldaccia nella zona della strage. Secondo la Cgil, l’ipotesi è che abbia ceduto il solaio. Due lavoratori interinali impegnati nei lavori della rete fognaria, secondo la Cgil sarebbero scesi sotto il manto stradale perché dalla superficie non riuscivano a intervenire sul tombino. Altri tre operai edili erano sopra quando avrebbe ceduto il solaio. La dinamica è al vaglio degli investigatori.



    Domani lo sciopero

    Domani sciopero generale di 4 ore e di 8 ore degli edili nella provincia di Palermo. Lo ha annunciato Piero Ceraulo, segretario degli edili della Cgil di Palermo che insieme ad altri dirigenti sindacali è a Casteldaccia dove sono morti 5 operai. È previsto un presidio davanti la Prefettura alle 9.

    Sei operai, dei sette coinvolti, sono dipendenti della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico (Palermo). La ditta lavorava su mandato della municipalizzata palermitana Amap che si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia. Un settimo operaio sarebbe un interinale dell'Amap. Non è ancora chiaro se tutti gli operai morti erano dipendenti della Quadrifolgio group.

    Si tratta dell’ennesimo incidente sul lavoro con vittime. L’ultimo caso, con un bilancio così drammatico, si era verificato nel Bolognese, a Suviana poco più di un mese fa, il 9 aprile scorso. In quel caso i morti furono sette, con altrettanti feriti.

    La Quadrifoglio group

    Fondata nel 2005, la Quadrifoglio group Srl di Partinico, in provincia di Palermo, che stava eseguendo i lavori a Casteldaccia dove è avvenuta la strage sul lavoro per conto dell'Amap, è una ditta specializzata nella gestione dei rifiuti ma anche nella manutenzione di acquedotti, gasdotti ed oleodotti. Occupa 24 dipendenti e ha un fatturato di circa 1 milione di euro. Il titolare, Antonino Di Salvo, 67 anni, è un imprenditore di lunga data, con una consolidata esperienza di appalti nella pubblica amministrazione. Chi lo conosce lo definisce «un gran lavoratore, una persona scrupolosa e molto attenta anche con i suoi operai». L'azienda ha sede a Partinico, in via Milano 95.

    Le reazioni
    Il vicepremier Antonio Tajani ha interrotto la conferenza stampa di FI alla Camera una volta giunta la notizia della strage. «Cinque operai morti nel palermitano, un incidente sul lavoro» ha detto il vicepremier e leader azzurro ai giornalisti presenti per dare la sua «vicinanza alle famiglie» e affermare che bisogna «rafforzare la sicurezza sul lavoro» e per questo «come governo faremo tutto il possibile».

    La presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei fisici e dei chimici Nausicaa Orlandi parla di un gas non imprevedibile: «Perché si possa porre un freno a questa costante tragedia è necessario un cambiamento culturale: non sappiamo cosa sia successo di preciso a Palermo in questa ennesima tragedia, le indagini e gli esperti lo chiariranno, ma intanto cinque esseri umani oggi hanno perso la vita – ha detto – e ciò pare sia dovuto alla presenza di idrogeno solforato, un gas per il quale esiste ampia bibliografia e documentazione che ne esprimono la pericolosità e la tossicità, non si sta parlando di un gas sconosciuto, o imprevedibile».

    La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone esprime «profondo dolore per gli operai morti sul lavoro a Casteldaccia e la mia vicinanza alle famiglie». La ministra ha manifestato per telefono il suo cordoglio al Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Ed Elly Schlein sottolinea che il suo primo pensiero «va a loro e alle loro famiglie, esprimiamo la nostra forte vicinanza ma non basta e non può bastare. Non possiamo trovarci ogni volta davanti a una morte sul lavoro a dibadire che la sicurezza è una priorità tra le altre: è la priorità». La segretaria del Pd puntualizza: «Perché se siamo una Repubblica fondata sul lavoro bisogna essere conseguenti e tutte le istituzioni devono mettere il massimo impegno per dire basta a questa strage quotidiana. Occorre investire di più in prevenzione, formazione, sull'assunzione di personale per i controlli. Insomma, la politica può e deve fare molto di più. Noi continueremo a batterci in questa direzione».
    Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 30 aprile scorso, parlando dalla Calabria in vista della Festa del Lavoro aveva detto: «Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile». Parole che suonano tanto più attuali oggi, davanti alla nuova strage sul lavoro di Casteldaccia, in provincia di Palermo. E’ intervenuto anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «È con profondo dolore che ho appreso la notizia del grave incidente sul lavoro avvenuto nel Palermitano e che ha portato alla morte di cinque operai. Ai loro familiari e alla comunità di Casteldaccia giungano i sentimenti del mio più sincero cordoglio».




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    Giro d’Italia a Torino: a Narvaez prima tappa e maglia rosagranata, battuto Pogacar
    L’ecuadoregno supera in volata anche il favorito della corsa: «Incredibile, sognavo una impresa così». Decide il Colle della Maddalena, domani arrivo al Santuario di Oropa con la salita segnata da Pantani nel 1999

    DANIELA COTTO


    (ansa)


    Giro d’Italia a Torino: a Narvaez prima tappa e maglia rosagranata, battuto Pogacar
    (ansa)

    Sorpresa al Giro d’Italia. La prima tappa partita da Venaria Reale premia Jhonatan Narvaez, 27 anni, campione nazionale dell’Ecuador. Sconfigge sua maestà Tadej Pogacar, battuto in volata dall’alfiere della Ineos. Primo copione non scontato di una sceneggiatura lunga tre settimane. È lui a vestire la maglia rosagranata, quella studiata per l’omaggio al Grande Torino, con la scritta nel colletto dedicata agli Invincibili. Un pezzo di storia italiana che vola dall’altra parte del mondo.

    «Ho fatto uno sforzo stratosferico», dice la prima maglia rosa dell’edizione numero 107 del Giro. E aggiunge: «Mi sentivo bene, sapevamo che potesse essere una buona tappa per me, certo bisognava seguire uno dei migliori corridori al mondo, alla fine sono riuscito ad anticipare Pogacar. La maglia rosa? È incredibile, la sognavo». Tappa spettacolare, con arrivo a Torino dopo 140 chilometri e la salita sul Colle della Maddalena.

    Pogacar, che ha corso con il lutto al braccio in ricordo di un ragazzo del vivaio della sua squadra slovena morto all’età di 15 anni, è stato beffato nel finale. Lasciato solo dai suoi compagni di squadra ha perso il confronto diretto con la Ineos.

    La prima frazione ha regalato subito tante emozioni con una fuga partita dai primi chilometri, con Nicola Conci (Alpecin-Deceuninck) che ha provato a strappare la vittoria, ma l'azzurro è stato recuperato sul finale arrivando quinto. Ottavo anche Antonio Tiberi (Bahrain-Victorius), a dieci secondi dal vincitore di tappa. Domani la seconda frazione, la San Francesco al Campo-Santuario di Oropa (Biella) di 161 chilometri, sulla salita dell’impresa di Marco Pantani nel 1999. E c’è da scommettere che Pogacar cercherà di prendersi il trionfo.



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    Maltempo, allerta per temporali in Lombardia: preoccupano i livelli di Seveso e Lambro

    Storia di Redazione Tgcom24



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    © Ansa

    Genova, albero su auto La pioggia delle ultime ore caduta incessante su Genova ha causato diversi danni e allagamenti. In corso Montegrappa un albero si è abbattuto all'altezza del tornante di via Asiago danneggiando tre auto in sosta. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia locale. La strada è stata chiusa per consentire i lavori di rimozione. In piazza del Cavalletto in centro città, sono caduti alcuni pezzi di cornicione dalla facciata di un palazzo. Sul posto sono arrivati i pompieri e i vigili urbani che hanno transennato l'area. In entrambi i casi non si registrano feriti.

    Forti piogge in Piemonte Ancora maltempo in tutto il Piemonte. Con medie e forti piogge sul territorio. Mercoledì l'Arpa aveva annunciato pioggia e anche neve sui 1800-2000 metri. Nel Biellese nelle ultime ore sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco per la caduta di alberi nelle strade. Piante cadute anche nelle grandi città come Torino dove però non si sono registrati particolari disagi. Nel Cuneese ci sono stati problemi per le esondazioni di canali e per fenomeni franosi sulla collina di Peveragno. Resta alta l'allerta per dissesto idrogeologico.
    Prevista acqua alta a Venezia Maltempo con ingrossamento di alcuni fiumi e acqua alta in arrivo a Venezia. A Vicenza il fiume Bacchiglione è ingrossato nel corso della notte, arrivando a 2,65 metri ma restando al di sotto del livello di allarme, che è intorno a 5 metri. Giovedì sera è previsto un ritorno dell'acqua alta sulla laguna di Venezia, con un picco di 110 centimetri: a questo livello sarà possibile l'attivazione del Mose.

    In Campania prorogata allerta gialla La Protezione civile della regione Campania, in considerazione delle valutazioni del Centro Funzionale, ha prorogato fino alle 23.59 di venerdì l'allerta meteo valida su tutta la Regione. Previsti fulmini, grandine e raffiche di vento. Attenzione dovrà essere posta al rischio idrogeologico: tra le principali conseguenze dell'impatto al suolo delle piogge e dei temporali si segnalano allagamenti, innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d'acqua, scorrimento delle acque nelle sedi stradali, ruscellamenti con trasporto di materiale, caduta massi e frane anche in considerazione della saturazione dei suoli o di condizioni di fragilità idrogeologica dei terreni.

    Ancora maltempo su tutta l'Italia. Il Centro funzionale monitoraggio rischi della Regione Lombardia ha emanato un'allerta meteo gialla (rischio ordinario) per temporali a partire da giovedì pomeriggio fino a mezzanotte. Attivo Il Centro operativo comunale della Protezione civile di Milano per monitorare e coordinare gli eventuali interventi. Preoccupano i livelli dei fiumi Seveso e Lambro. Forti piogge anche in Piemonte e in Veneto, dove si è registrato l'ingrossamento di diversi fiumi. A Genova un albero è caduto su tre auto in sosta. La Protezione civile della Campania ha prorogato fino a venerdì l'allerta meteo.












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